Si è riunita per la prima volta lunedì 16 novembre la Task Force della Regione Puglia sulla Xylella (complesso del disseccamento rapido dell’ulivo, Codiro, causato dalla infestazione da Xylella) convocata e presieduta dal presidente Michele Emiliano, alla quale sono stati invitati a partecipare docenti universitari, studiosi, ricercatori ed esperti da tutta Italia.
La Regione Puglia per contrastare la diffusione del batterio ha investito sulla ricerca due milioni di euro: “Lo abbiamo detto e lo abbiamo fatto – ha spiegato Emiliano – mettere a disposizione somme ingenti per la ricerca è un atto politico di questa amministrazione che così realizza un preciso punto del programma di governo.
Di fronte a un problema complesso come la Xylella per il quale non esiste ancora una cura, l’unica speranza è riposta negli scienziati, nelle loro intuizioni, nelle loro idee. Tutti i nostri auspici sono dentro questo percorso di ricerca”.
In 46 hanno partecipato a questa prima giornata di approfondimento.
“Ho ascoltato uno per uno i ricercatori – ha detto Emiliano – che hanno aderito in massa al mio appello, e di questo li ringrazio. Stiamo cercando di capire soprattutto se l’estirpazione delle piante sia così indispensabile come viene sostenuto dall’Unione europea e, ovviamente, i punti di vista sono diversi. Speriamo davvero si possa trovare una soluzione alternativa a una misura non solo al limite dell’insopportabile dal punto di vista naturalistico e dei sentimenti, ma che temiamo insufficiente ad arginare l’espandersi della malattia.
Resta il fatto che finché non riusciremo a dimostrare scientificamente che espiantare gli alberi non è necessario, dovremo adempiere agli obblighi internazionali, come stiamo facendo con il piano Silletti. È una giornata di lavoro importante e rilevante, la ricerca è fondamentale per evitare che l’infezione si diffonda. Infezione che, lo ricordo, non è nata in Puglia, ma è stata importata dall’estero a causa degli errori dell’Unione europea nel disporre gli embarghi delle piante ornamentali provenienti dal sud America”.
“Dagli interventi stanno emergendo anche informazioni che possono suscitare qualche speranza e che riguardano, ad esempio, l’uso delle nanotecnologie e delle buone pratiche agricole da porre alla base di strategie per curare le piante malate o comunque per ottenere da queste una reazione positiva. Fermo restando che la Xylella da oltre cento anni non è curabile e che persino gli Stati Uniti d’America, che si misurano con questa malattia da prima di noi, non hanno ancora trovato un rimedio. Quindi tutte le buone notizie vanno gestite all’interno di una consapevolezza, che dobbiamo mantenere, dell’arduo compito che abbiamo di fronte. L’errore più grande sarebbe quello di farci delle illusioni o, peggio ancora, basare le nostre decisioni sulle illusioni e non sulle pubblicazioni scientifiche”.
“La nostra task force – ha spiegato – lavorerà in coordinamento con il gruppo di ricerca nazionale e colgo l’occasione per dire che c’è piena sinergia con il ministro Martina e con il governo, che ha deciso di stanziare ulteriori 4 milioni di euro per la ricerca. Vogliamo consentire a chi ha delle idee di poterle sviluppare in piena libertà e autonomia.
Emiliano ha precisato che la task force è aperta a tutti gli scienziati che ritengano di poter dare un contributo: “Ciascuno presenterà il proprio assetto e deciderà con chi lavorare e su cosa. Compito della regione e del governo sarà mettere a disposizione una somma di 6 milioni di euro ed eventualmente altre risorse se saranno necessarie. Oggi è il primo incontro, partiamo da zero, e per prima cosa stiamo facendo il punto sullo stato dell’arte. Se riusciremo a elaborare una strategia scientificamente valida, questa sarà di aiuto non solo alla nostra regione ma all’Italia e all’Europa”.
Il presidente Emiliano ha voluto ribadire il particolare valore che gli ulivi rivestono per la regione: “Ci sono cose che non si possono cambiare e nella nostra cultura gli alberi di ulivo non si possono sostituire con altro, fanno parte della nostra identità. Ci sto mettendo tutta la buona volontà di cui dispongo – ha concluso – affinché le istituzioni democratiche della Puglia garantiscano che il lavoro di ricerca venga svolto nelle migliori condizioni possibili”.
Tra gli intervenuti, i ricercatori del Centro di ricerca per la patologia vegetale di Roma CREA, Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Bologna, dipartimento di Protezione delle piante dell’Università di Udine, CNR Irsa, dipartimento Dafne Università degli studi di Padova, Centro di ricerca agrobiologica e pedologia di Firenze, dipartimento Disaat dell’Università degli Studi di Bari, dipartimento di Ingegneria dell’innovazione dell’Università del Salento, Dipartimento SAFE dell’Università degli studi di Foggia, Arpa Puglia, CRSFA “Basile Caramia” Locorotondo, dipartimento DISTEBA Università del Salento, dipartimento di Agraria Uniba, IRCSS “Saverio de Bellis” di Castellana Grotte, CNR Istituto per le produzioni alimentari di Lecce, istituto protezione sostenibile delle piante CNR Bari, UR per la frutticultura Caserta CREA, istituto zooprofilattico Puglia e Basilicata, IAMB, Copagri.
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