Spesa, sette famiglie su dieci, il 71%, a causa della crisi ha modificato la qualità e la quantità dei prodotti acquistati. Lo ha stimato Coldiretti in occasione della diffusione dei dati Istat sull’inflazione nel mese di aprile 2013 che evidenziano un aumento del 2,7% per i prodotti alimentari.
Allo stesso tempo, secondo un’analisi Coldiretti/Censis, nel 2012 hanno fatto la spesa nei mercatini degli agricoltori 21 milioni di italiani, il triplo rispetto a cinque anni fa, prima dell’inizio della crisi. Di questi, 7 milioni sono clienti affezionati, mentre gli altri 14 hanno fatto acquisti almeno una volta.
I prodotti più gettonati (nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, indagine Coldiretti/Swg) la verdura, la frutta, i formaggi, i salumi, il vino, il latte, il pane, le conserve di frutta, la frutta secca, i biscotti ed i legumi, ma non manca l’interesse per i prodotti non alimentari come ad esempio gli agricosmetici.
Un altro boom si registra nelle aree verdi che vengono destinate ad orti pubblici nelle città: si è raggiunto il record di 1,1 milioni di metri quadri di terreno di proprietà comunale divisi in piccoli appezzamenti e adibiti alla coltivazione ad uso domestico, all’impianto di orti e al giardinaggio ricreativo (analisi Coldiretti sulla base del rapporto Istat sul Verde Urbano). Si stima inoltre che siano circa 21 milioni gli italiani che stabilmente o occasionalmente coltivano l’orto o curano il giardino.
Le coltivazioni degli orti urbani non hanno scopo di lucro, sono assegnati in comodato ai cittadini richiedenti e forniscono prodotti destinati al consumo familiare e, oltre a rappresentare un aiuto per le famiglie in difficoltà, concorrono a preservare spesso aree verdi interstiziali tra le aree edificate per lo più incolte e destinate all’abbandono e al degrado. Secondo il censimento effettuato dall’Istat quasi la metà (38%) delle amministrazioni comunali dei capoluoghi di provincia – sottolinea la Coldiretti – ha previsto orti urbani tra le modalità di gestione delle aree del verde, con forti polarizzazioni regionali: il 72% delle città del Nord-ovest, poco meno del 60% e del 41% rispettivamente nel Nord-est e nel Centro (con concentrazioni geografiche in Emilia-Romagna e Toscana, ma ben rappresentati anche in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e nel Lazio). Nel Mezzogiorno, infine, risultano presenti solo a Napoli, Andria, Barletta e Palermo.