Secondo Legambiente, la proposta presentata dall’Autorità per l’energia, ai primi di febbraio, per la riforma delle tariffe elettriche dei clienti domestici non va nella direzione auspicata, in quanto non premia la riduzione dei consumi e della spesa energetica delle famiglie. Comporta, invece, aggravi per la maggior parte di loro – in particolare famiglie poco numerose e anziani, come già messo in evidenza dalle associazioni dei consumatori – e penalizza i comportamenti virtuosi da parte degli utenti.
In attuazione del decreto sull’efficienza energetica (102/2014), la proposta dell’Autorità prevede quattro possibili opzioni per la nuova struttura tariffaria, che porterebbero a superare la progressività rispetto ai consumi – in pratica riducendo la spesa per coloro che hanno i consumi elettrici più alti -, cancellare la distinzione residenti-non residenti, riformare il bonus sociale per le famiglie meno abbienti.
In pratica, scomparirebbe qualsiasi incentivo a ridurre i consumi, perché rispetto a oggi in proporzione pagherebbe meno chi consuma di più, tanto che, secondo alcune simulazioni, l’aggravio medio per le famiglie con consumi bassi si attesterebbe tra il 15 e il 20%. Inoltre, la revisione degli oneri di rete e di sistema, spostati dalla componente variabile a quella fissa, penalizzerebbe l’autoproduzione da fonti rinnovabili. Il rischio, se fossero introdotte queste novità, è che si avrebbero aggravi certi per larga parte delle famiglie, in particolare quelle a basso reddito, che oltretutto non possono accedere all’Ecobonus per gli interventi di efficienza energetica perché hanno limitati o nulli redditi da detrarre.
“Nonostante gli intenti siano condivisibili, tra cui la volontà di spingere gli usi elettrici diventati oggi competitivi anche da un punto di vista ambientale – commenta Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – la revisione delle tariffe proposta dall’Autorità non aiuta le famiglie, ne risponde alle sfide che l’Italia deve cogliere per ripensare il sistema energetico. Occorre infatti ripensare le tariffe per premiare gli interventi di riduzione dei consumi da parte degli utenti, attraverso l’efficienza e l’autoproduzione. Chiediamoall’Autorità di aprire un confronto sulle proposte più efficaci in questa direzione, anche guardando all’esperienza di altri Paesi”.
La preoccupazione di Legambiente deriva anche dal fatto che il Decreto Concorrenza, approvato il 20 febbraio dal governo, prevede che nel 2018 tutti i contratti passino al mercato libero, attraverso l’abolizione del cosiddetto “servizio di maggior tutela”. Anche questa decisione motiva la necessità di disporre di obiettivi chiari sul futuro delle bollette e di regole trasparenti, per evitare che si determinino conseguenze sociali e ambientali rilevanti nei prossimi anni.