Voglia di rilancio del settore suinicolo in Sardegna, anche sconfiggendo la peste suina africana “attraverso azioni programmate da tempo e dando attuazione al piano di eradicazione affidato all’Unità di progetto e rilanciare l’intero comparto suinicolo.”
La regione ricorda che sono disponibili oltre 50 milioni di euro per il settore, nell’ambito della Misura 14 del Benessere degli animali inserita nel nuovo Programma di sviluppo rurale.
Risorse consistenti, che possono essere utilizzate da tutte le aziende che rispettano le norme di legge. Sono due le condizioni per poter beneficiare delle risorse destinate al benessere animale: rispettare le regole e sottoporsi ai controlli sanitari. Il pascolo brado – viene ricordato ancora – non è una garanzia di qualità, tutt’altro. L’animale che si muove liberamente nelle campagne non opera alcuna selezione nel momento in cui si alimenta e spesso e volentieri entra in contatto con i cinghiali, portatori in diversi casi della PSA. Occorre, quindi, superare l’errata convinzione che il pascolo brado sia da associare a buone pratiche.
Chi viola la legge, ribadisce l’Udp, arreca un danno a tutto il comparto, perché impedisce lo sblocco definitivo dell’embargo delle carni suinicole sarde, con una gravissima limitazione per le aziende virtuose. L’Unità di progetto sottolinea, inoltre, che attribuire responsabilità ai Sindaci per le azioni messe in campo dalla Regione è sbagliato e ingiusto: gli amministratori non conoscono quando e dove la task force opererà e non possono in alcun modo impedirne l’intervento. Dagli amministratori del territorio è da attendersi un segnale chiaro di rispetto delle regole.