A Siena nel corso del convegno “La tutela dei monumenti verdi tra beni culturali, paesaggio e ambiente” è stata presentata la prima bozza della Carta di Siena sulla tutela dei monumenti verdi, contenente le linee guida per salvaguardare al meglio questo immenso patrimonio naturale di cui l’Italia è particolarmente ricca.
Punto di partenza per l’elaborazione delle linee guida per salvaguardare al meglio questi alberi secolari è stato il riconoscimento da parte del Ministero dei Beni Culturali nel 2017 del primo monumento verde, la Quercia delle Checche in Val D’Orcia.
Dal provvedimento del MiBACT sulla Quercia delle Checche, quindi, è nata l’esigenza di tutelare un monumento verde alla stregua di una chiesa, un castello, un palazzo storico.
Sono in continua crescita il numero dei monumenti verdi censiti e riconosciuti dal Ministero delle politiche agricole: il primo elenco nazionale degli alberi monumentali d’Italia a oggi conta complessivamente 2.734 esemplari. Per questa ragione è necessario pensare un nuovo approccio ecologico al diritto.
“Siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto – ha dichiarato Nicoletta Innocenti, Presidente di Opera Val d’Orcia – nel corso di questa due giorni di confronto: grazie alla collaborazione di tutti i relatori presenti è stata elaborata una prima versione della Carta di Siena, un’esperienza unica nel panorama nazionale. Ci auguriamo possa essere il punto di partenza per un dibattito più ampio che porti al coinvolgimento del Governo e delle Amministrazioni locali e che generi sinergia tra comunità locali, associazioni e società civile affinché si promuova un nuovo approccio ecologico al diritto. La Carta si candida a essere la cornice teorica e metodologica di riferimento, a livello nazionale, europeo e internazionale, all’interno della quale deve essere esaminata l’efficacia della normativa ambientale e paesaggistica e deve essere analizzato, nello specifico, il tema della tutela dei monumenti verdi”.
La Carta di Siena vuole essere il punto di partenza per l’elaborazione di un quadro normativo sui monumenti verdi e, nello stesso tempo, un percorso da seguire per la gestione di questa ricchezza da parte della comunità locale e dei cittadini. Di seguito i punti salienti della Carta di Siena:
1.La salvaguardia degli alberi di particolare pregio e rilevanza che costituiscono i “monumenti verdi” richiede l’instaurazione di un nuovo rapporto tra esseri umani e natura concepito nel contesto della ricerca di un nuovo approccio ecologico al diritto.
2.I monumenti verdi richiedono un nuovo rapporto tra esseri umani e natura, che superi il tradizionale approccio antropocentrico e si caratterizzi piuttosto per un approccio più equilibrato che promuova la ricerca di uno sviluppo umano in armonia con la natura.
3.I monumenti verdi sono espressione identitaria dei luoghi e dei paesaggi. La tutela dei monumenti verdi si inserisce nel quadro di riferimento normativo rappresentato dalla Carta Nazionale del Paesaggio adottata dal MiBACT nel 2017 che si pone come una strategia attuativa dei valori contenuti nell’articolo 9 della Costituzione. Il paesaggio è concepito come “bene comune”, come fattore essenziale per sviluppare senso di appartenenza ai luoghi e come strumento per lo sviluppo sostenibile delle comunità territoriali.
4.I monumenti verdi sono espressione del patrimonio culturale nell’accezione prevista dalla Convenzione di Faro sul valore del patrimonio culturale per la società del 2005, entrata in vigore nel 2011 e purtroppo ancora in attesa di ratifica da parte dell’Italia.
5.I monumenti verdi sono esseri senzienti in grado di percepire sensazioni fisiche e stimoli esterni in modo non dissimile dagli altri esseri viventi. La loro protezione diventa un imperativo morale prima che giuridico.
6.La salvaguardia e la valorizzazione dei monumenti verdi richiedono la partecipazione attiva dei cittadini e delle comunità territoriali di riferimento. La gestione degli alberi di particolare pregio naturalistico e culturale, riconosciuti come monumenti verdi, non può essere affidata solo agli enti statali e territoriali, ma l’attività di questi ultimi deve essere accompagnata da un coinvolgimento attivo delle comunità territoriali di tali luoghi, che di tale processo identitario e culturale sono momento iniziale e parte preminente.