Alla 28a edizione del Premio UIGA Auto Europa, manifestazione in cui l’associazione dei giornalisti dell’automotive proclama l’auto regina dell’anno, erano rappresentati anche i carburanti alternativi. Alla Tavola Rotonda “Rispetto delle regole: la base della sicurezza”, è intervenuta infatti l’Ing. Rita Caroselli, Direttore Assogasliquidi, l’associazione di Federchimica che rappresenta il settore distribuzione di GPL e GNL.
Il suo intervento, nel quale ha tra l’altro ripercorso le tappe che hanno portato all’approvazione della normativa che ha consentito il parcheggio delle auto a GPL nelle rimesse interrate.
“Nell’ultima decina d’anni le tecnologie in uso nel settore del GPL autotrazione si sono notevolmente evolute, anche e soprattutto nella direzione di un più elevato livello di sicurezza, in ogni condizione di funzionamento e di utilizzo del veicolo.
L’esperienza del settore rappresenta, quindi, una testimonianza positiva di come una robusta regolamentazione tecnica ed un processo omologativo/autorizzativo non solo “cartaceo”, ma anche effettivo possano essere veramente efficaci nel diminuire – anche molto al di sotto delle probabilità di rischio normalmente accettabili – gli eventi incidentali di un prodotto che presenta indubbiamente delle specificità intrinseche.
Al concetto di sicurezza passiva (basato essenzialmente sulla resistenza dei materiali) si è aggiunto, come per le altre applicazioni automotive, anche il concetto di sicurezza attiva, con l’adozione di sistemi aggiuntivi che intervengono automaticamente per prevenire ogni tipo di evento incidentale. Ci si riferisce in particolar modo ai dispositivi obbligatori dal 2001 su tutti i veicoli, nuovi e convertiti a gas, in conformità al regolamento internazionale ECE/ONU No. 67/01. I più importanti istituti di ricerca ed di normazione europei hanno contribuito alla creazione – e al miglioramento continuo – delle suddette regole internazionali per garantire, al moderno veicolo a GPL, un livello di rischio identico a quello delle auto tradizionali, in ogni condizione, normale o critica, di utilizzo (in marcia, in parcamento, in caso di incidente stradale, quando soggette a incendio o a surriscaldamenti ambientali …).
La comprovata efficacia di questi sistemi innovativi è stata la chiave di volta per la rimozione di un divieto diventato evidentemente anacronistico, che ha per anni limitato lo sviluppo del mercato: il parcamento dei veicoli a GPL nei piani interrati delle autorimesse.
Dopo un lungo lavoro di analisi sperimentali e teoriche, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha accertato l’efficacia delle nuove soluzioni tecnologiche in tutte le condizioni rilevanti ai fini del parcamento dei moderni veicoli a GPL nelle autorimesse interrate, decidendo infine di eliminare il divieto per tali tipi di veicoli (Decreto Ministeriale 22 novembre 2002).
Un analogo processo evolutivo ha interessato anche le stazioni stradali di GPL auto. La più recente disciplina di prevenzioni incendi (DPR n. 340/2003) – emanata nel 2003, ma di fatto applicata già dal 1999 – ha previsto, tra l’altro, l’adozione obbligatoria di un sistema di emergenza relativo all’intera stazione di rifornimento e la contestuale eliminazione di soluzioni impiantistiche che avevano evidenziato nel tempo alcune criticità.
Le innovazioni tecniche apportate nel 2003 si sono aggiunte ad un quadro normativo già molto stringente sia nelle prescrizioni strutturali che in quelle di esercizio.
L’attività del settore e delle autorità nazionali non si è fermata, però, alla “semplice” predisposizione di norme e standard tecnici sempre più stringenti, ma ha proseguito con un monitoraggio permanente e puntuale dei relativi eventi incidentali e ad un esame approfondito delle loro cause.
A tal fine, Assogasliquidi ed il Corpo Nazionale die VVF, nel 2000, hanno siglato un accordo di collaborazione per la creazione di un database degli incidenti relativi al GPL.
Per quanto riguarda le stazioni di servizio, la banca dati incidentali ha confermato la loro sicurezza assoluta e fa prevedere un’ulteriore riduzione del livello di rischio soprattutto per effetto dell’eliminazione di soluzioni impiantistiche non più autorizzate dalle specifiche tecniche vigenti.
Con riferimento ai veicoli, la banca dati evidenzia un numero statisticamente marginale degli incidenti stradali aggravati dalla presenza del GPL sull’autovettura, ed un progressiva riduzione, o perfino azzeramento, di tali incidenti dal 2001 ad oggi.
In altri termini, l’adeguamento del parco circolante alle nuove norme, obbligatorie dal 2001 su tutti i nuovi veicoli, nativi o convertiti a GPL, ha dato evidentemente i suoi frutti, confermando la bontà teorica e l’efficacia in campo delle nuove regole di omologazione.
Si può aggiungere che il processo evolutivo descritto è stato percepito positivamente dalla stragrande maggioranza degli automobilisti che, quindi, sempre più numerosi si rivolgono, con convinzione, a questo prodotto ecologico, economico e anche sicuro.
A fine 2012, sono stati immatricolati circa 130.000 autovetture native a GPL che rappresentano il 9,2% sul totale nazionale, con un incremento di circa il 126% rispetto al 2011. Le conversioni a GPL hanno segnato, invece, un +50% dal 2011 al 2012, per un numero assoluto di operazioni pari a circa 170.000 unità.
Peraltro, la potenziale domanda di GPL sembra essere ancor più rilevante di quella attuale: nel 2009, nel pieno degli incentivi, il GPL ha raggiunto poco meno del 16% come percentuale sul totale immatricolato, per un numero complessivo di registrazioni pari a circa 340.000 unità; nel 2008, sempre grazie a provvedimenti di incentivazione, le conversioni hanno raggiunto il numero record di 220.000 interventi.
Considerato che i produttori nazionali dei sistemi di alimentazione a gas sono leader indiscussi a livello nazionale e globale, le comprovate potenzialità di mercato del GPL, e più generalmente dei gas (GPL e metano), ci inducono a pensare che il rilancio di una politica di promozione a favore di questi prodotti ecologici possa fungere da efficace leva moltiplicatrice per la creazione (o meglio il recupero) di nuovi posti di lavoro, tendenzialmente più strutturali di quelli tradizionali in quanto impiegati in un settore innovativo ed a forte caratterizzazione internazionale.”