Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina oggi ha ricevuto una delegazione della Coldiretti guidata dal Presidente, Roberto Moncalvo.
Al centro del colloquio, che si è svolto presso il Salone dell’Agricoltura del Mipaaf, è stata posta la questione relativa alle importazioni di riso da Paesi extra Ue, come la Cambogia o il Myanmar.
Il Ministro Martina ha assicurato il proprio impegno nella difesa e nella tutela della produzione risicola italiana e ha ricordato come il nostro Paese sia stato promotore nei mesi scorsi, a livello comunitario, di un documento con cui veniva sollevata tale problematica, che coinvolge anche altri Stati membri.
Attualmente, ha aggiunto il Ministro, l’Italia è impegnata in un’iniziativa a Bruxelles, con altri paesi europei, per l’attivazione della clausola di salvaguardia contro le importazioni a dazio zero. Gli uffici del Mipaaf, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo economico, a tal proposito stanno lavorando per predisporre un documento tecnico sull’impatto di tali importazioni che sarà pronto entro la fine della prossima settimana e che poi sarà presentato alla Commissione europea.
Martina ha, infine, ribadito la piena disponibilità a lavorare con l’intera filiera per nuove norme sul mercato interno, per la tracciabilità e l’etichettatura.
“La giusta battaglia per sostenere la produzione italiana di riso – ha affermato il presidente della Coldirettisi – si sposta ora nell’Unione Europea dopo che il Ministro Maurizio Martina ha dimostrato di condividere pienamente le richieste che abbiamo presentato”.
In cotemporanea si è svolta una manifestazione di produttori di riso e mondine della Coldiretti provenienti da Lombardia, Veneto, Emilia, Sardegna e Piemonte. “Con un click sono stati cancellati dall’Unione Europea i dazi per le importazioni di riso mentre l’Unione Europea impiega mesi per prendere coscienza delle disastrose conseguenze che questa scelta ha causato per il lavoro e il reddito degli agricoltori e per i rischi per la salite dei cittadini” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nell’apprezzare l’impegno per dare “una accelerazione delle procedure per la clausola di salvaguardia nell’ambito della presidenza del semestre italiano annunciato dal Ministro Martina” che in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo economico, predisporrà un documento tecnico sull’impatto delle importazioni a dazio zero entro la fine della prossima settimana che poi sarà presentato alla Commissione europea.”Da parte nostra – ha sottolineato Moncalvo – siamo pronti a sostenere alleanze con le associazioni degli agricoltori dei Paesi Europei produttori di riso come Grecia, Francia, Bulgaria e Spagna per supportare le iniziative delle istituzioni. Dobbiamo lavorare a livello comunitario per l’applicazione della clausola di salvaguarda nei confronti delle importazioni incontrollate ma – ha aggiunto Moncalvo – a livello nazionale occorre introdurre l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza, dare pubblicità ai nomi delle industrie che utilizzano riso straniero ma anche l’istituzione di una unica borsa merci e la rivisitazione dell’attività dell’Ente Nazionale Risi.”
Dall’inizio della crisi, precisa la Coldretti in una nota, ha chiuso quasi una azienda di riso su cinque e la situazione sta precipitando nel 2014 con la perdita di posti di lavoro e pericoli per la sicurezza alimentare dei consumatori a causa dell’invasione di riso proveniente dall’Asia, secondo le analisi della Coldiretti. Le importazioni agevolate a dazio zero dalla Cambogia e dalla Birmania, prosegue la Coldiretti, hanno fatto segnare un aumento del 754 per cento nei primi tre mesi del 2014 rispetto allo scorso anno e a rischio c’è anche la salute dei consumatori con il sistema di allerta rapido Europeo (RASFF) che ha effettuato quasi una notifica a settimana per riso e prodotti derivati di provenienza asiatica per la presenza di pesticidi non autorizzati e assenza di certificazioni sanitarie, nel primo semestre dell’anno. L’accordo Everything But Arms (Tutto tranne le armi) che ha portato all’azzeramento dei dazi ha favorito – denuncia la Coldiretti – l’insediamento di multinazionali in Paesi meno avanzati dove hanno fatto incetta di terreni e si coltiva riso senza adeguate tutele del lavoro e con l’utilizzo di prodotti chimici vietati da decenni nelle campagne italiane ed europee. Dallo sfruttamento in Asia alle speculazioni in Europa dove il riso indica lavorato cambogiano arriva in Italia ad un prezzo riferito al grezzo inferiore ai 200 euro a tonnellata, pari a circa la metà di quanto costa produrlo in Italia nel rispetto delle norme sulla salute, sulla sicurezza alimentare e ambientale e dei diritti dei lavoratori, secondo il Dossier della Coldiretti. Con rischi anche per i consumatori perché la produzione straniera puo’ essere spacciata come nazionale non essendo obbligatorio indicare in etichetta l’origine nelle confezioni in vendita. L’Italia è ancora il primo produttore europeo di riso su un territorio di 216mila ettari con un ruolo ambientale insostituibile e opportunità di lavoro nell’intera filiera per oltre diecimila famiglie tra dipendenti ed imprenditori, secondo il Dossier della Coldiretti.