Durante il workshop “Come possiamo raggiungere i nuovi target di raccolta?”, organizzato e promosso dal WEEE Forum, Ecodom, il Consorzio Italiano per il Recupero e il Riciclaggio degli Elettrodomestici, ha presentato i dati frutto di una indagine realizzata per conto del Consorzio da United Nations University, Centro Accademico di Ricerca dell’ONU, in collaborazione con IPSOS e con il Politecnico di Milano.
La ricerca ha quantificato – per la prima volta in Italia – sia i RAEE domestici generati ogni anno da ciascun cittadino, sia le modalità di dismissione di questi rifiuti. A fronte di una quantità di RAEE generati pari a circa 16,3 Kg/abitante, solo poco più di un quarto (4,29 kg/abitante) viene consegnato ai Sistemi Collettivi istituiti dai Produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche. Esiste, quindi, una rilevante quantità di rifiuti elettronici che sfugge al Sistema RAEE, disperdendosi in numerosi flussi “complementari”, gestiti da soggetti che a volte non sono neppure in possesso delle necessarie autorizzazioni, che spesso non si curano dell’impatto ambientale della loro attività e che mai rendicontano alle Autorità le quantità di RAEE trattate. Le tipologie di RAEE che più spesso vengono intercettate dai flussi “complementarI” sopra descritti sono quelle appartenenti ai Raggruppamenti R2 (lavatrici, lavastoviglie, forni, cappe, scalda-acqua) e R4 (piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, informatica), che hanno un contenuto di materie prime economicamente più rilevante e sono quindi più “appetibili” per soggetti interessati più al profitto che all’ambiente.
Dalla ricerca è emerso inoltre che anche il comportamento dei cittadini non aiuta il nostro Paese a raggiungere gli obiettivi di raccolta fissati dall’Unione Europea: ciascuno di noi, infatti, tiene in casa oltre 20 kg di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche non più funzionanti, delle quali però – per una serie articolata di ragioni – siamo restii a disfarci. Inoltre, i cittadini italiani ogni anno gettano via una quantità notevole di RAEE (circa 1,6 kg/abitante) in modo non corretto: è il caso ad esempio dellle piccole apparecchiature – come rasoi, cellulari, radiosveglie ecc. – che spesso finiscono tra i rifiuti urbani indifferenziati.
“La ricerca effettuata da Ecodom ha dimostrato che anche in Italia viene prodotta ogni anno una quantità di RAEE in linea con gli altri Paesi dell’Europa occidentale – ha commentato Giorgio Arienti, Direttore Generale del Consorzio – ma che poi di questi RAEE, in larga misura, si perdono le tracce. Nei prossimi mesi, con il recepimento della nuova Direttiva Comunitaria sui RAEE, il nostro Paese avrà una straordinaria opportunità per definire un sistema di gestione dei RAEE più efficiente ed efficace, basato su una collaborazione più stretta tra i soggetti che effettuano la raccolta di questi rifiuti (Enti Locali e Distributori) e i Sistemi Collettivi, come Ecodom, ai quali compete la responsabilità di un corretto trattamento dei RAEE”.