Rapporto sullo Stato dell’insicurezza alimentare nel mondo (Sofi) 2014 presentato oggi dalla Fao, secondo il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina “È necessario dare risposte alle sollecitazioni della Fao per arrivare a dimezzare la povertà alimentare entro il 2015. Non è un semplice obiettivo, ma un dovere politico.
Quello dell’insicurezza alimentare è un problema che riguarda tutti, solo in Italia ci sono 4 milioni di persone che hanno difficoltà di accesso al cibo. Nel mondo sono ancora 805 milioni. Dobbiamo impegnarci concretamente e trovare soluzioni efficaci. Per questo l’Italia ha deciso di dedicare Expo al tema della sicurezza alimentare.
L’appuntamento di Milano sarà una grande piattaforma di dialogo e di dibattito sulle politiche mondiali, sui modelli agricoli, sulle migliori pratiche per garantire l’accessibilità a cibo e acqua nei prossimi decenni. Il futuro del pianeta passa attraverso la consapevolezza che la sfida alimentare è il grande tema geopolitico che dovrà incrociare questioni come la sostenibilità dei modelli economici e alimentari, la gestione più attenta di risorse pubbliche, la produttività stessa della terra. Avremo sei mesi per confrontarci con oltre 140 Paesi e la grande eredità di Expo dovrà essere il contributo in termini di decisioni politiche al rafforzamento della lotta alla fame e alla malnutrizione. L’obiettivo è quello di garantire cibo sano, sicuro e sufficiente ad una popolazione mondiale che è stimata in crescita e che arriverà a 9 miliardi di persone da qui al 2050. In questo contesto l’Europa, anche alla luce delle scelte della nuova politica agricola comune, dovrà fare la sua parte con più coraggio verso questa sfida. Abbiamo deciso perciò di incentrare la riunione del Consiglio informale dei Ministri dell’Agricoltura dell’Ue, che ci vedrà impegnati a Milano dal 28 al 30 settembre, sulla questione della sicurezza alimentare e di organizzare un Forum agricolo globale durante il semestre Expo dove coinvolgeremo i ministri dei 148 paesi partecipanti”.
La riflessione della Coldiretti va invece allo spreco: Un terzo del cibo prodotto nel mondo viene, appunto, sprecato per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate che sarebbero ampiamente sufficienti a sfamare la popolazione che soffre di fame cronica.
Non è eticamente sostenibile, sostiene Coldiretti, la realtà che 805 milioni di persone non abbiano ancora cibo sufficiente mentre gli sprechi alimentari hanno raggiunto le 670 milioni di tonnellate nei paesi industrializzati e le 630 milioni di tonnellate in quelli in via di sviluppo. Ogni anno, il cibo che viene prodotto, ma non consumato, sperpera un volume di acqua pari al flusso annuo di un fiume come il Volga, utilizza 1,4 miliardi di ettari di terreno – quasi il 30 per cento della superficie agricola mondiale – ed è responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra. La lotta alla fame si combatte anche intervenendo con una piu’ attenta gestione e distribuzione della produzione agricola ed alimentare. La politica e l’economia – denuncia la Coldiretti – hanno pensato che fosse possibile la globalizzazione senza globalizzare anche le regole fino ad arrivare a trattare il cibo come una merce qualsiasi. Il risultato contraddittorio è stato il diffondersi dell’obesità e dello spreco di cibo nei Paesi ricchi e il furto delle terre fertili, il cosiddetto land grabbing (71 milioni di ettari dal 2000 ad oggi) e il dramma della fame in quelli poveri. E’ necessario ora – conclude la Coldiretti – che i decisori politici ne tengano conto mettendo ai vertici della loro agenda la strategicità del cibo e promuovendo politiche che a livello globale definiscano una regia di regole per i beni comuni come il cibo, l’acqua e il suolo.