L’Istat ha presentato oggi la terza edizione del “Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes 2015) ” che, attraverso l’analisi di un ampio numero di indicatori, descrive l’insieme degli aspetti che concorrono alla qualità della vita dei cittadini.
Nel costruire con il Cnel questo progetto, precisa l’Istat, si è scelto di condividere le decisioni con esperti, ampi settori della società civile e consultando direttamente i cittadini.
Il tema della misurazione del benessere sta trovando ampi spazi di discussione in tutto il mondo e sono ormai diverse le esperienze internazionali che danno conto della multidimensionalità del benessere e del progresso civile di una società.
Fra l’altro, sono stati approvati di recente in sede Onu gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile per il 2030 e il dibattito che ha preceduto la loro approvazione ha messo in luce l’importanza di utilizzare dati affidabili e il più possibile tempestivi per il successo di qualsiasi strategia volta a garantire l’ottenimento di diritti essenziali alla crescita, non solo economica, di una società.
“Per i prossimi anni, l’Istat ha già tracciato alcune linee di miglioramento. – ha dichiarato il presidente dell’Istat, Giorgio Alleva – Su tutte, l’accrescimento della copertura informativa dei domini a livello locale ma anche il miglioramento della tempestività con cui sono rese disponibili le informazioni. Per attuarle, giocheranno un ruolo chiave i censimenti permanenti, i processi di modernizzazione e integrazione di dati amministrativi e campionari e l’integrazione di nuove fonti di dati (come ad esempio i Big Data). Sul piano dei contenuti – ha poi proseguito – una delle linee di approfondimento su cui l’Istat intende investire è il tema dell’equità, ovvero l’analisi della distribuzione delle determinanti del benessere tra i diversi soggetti sociali, con l’obiettivo di individuare aree di maggiore disagio e segmenti della popolazione più vulnerabili”.
Anche quest’anno il Rapporto Bes analizza i fattori che hanno un impatto diretto sul benessere umano e sull’ambiente attraverso 12 domini – Salute, Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Benessere economico, Relazioni sociali, Politica e istituzioni, Sicurezza, Benessere soggettivo, Paesaggio e patrimonio culturale, Ambiente, Ricerca e innovazione, Qualità dei servizi – articolati in 130 indicatori.
In estrema sintesi, il rapporto evidenzia l’aumento della vita media, stabile quella in buona salute, si riduce il divario con l’Europa sulla formazione e cresce la partecipazione culturale. Per quanto riguarda il lavoro, segnali di ripresa ma ancora forti divari di genere ed esclusione dei giovani. In miglioramento la condizione economica delle famiglie, ma nel Mezzogiorno si registrano forti disuguaglianze. Aumenta la fiducia negli altri, ma cala la partecipazione politica. Ci sono più donne nei luoghi decisionali economici e politici, resta elevata la sfiducia nelle istituzioni. Sicurezza, rallenta la crescita dei reati, in calo la violenza contro le donne ma aumenta la sua gravità. L’analisi del benessere soggettivo evidenzi una crescita dell’ottimismo verso il futuro, con soddisfazione per la vita ancora stabile. Per quanto riguarda il paesaggio e il patrimonio culturale, si registrano progressi insufficienti nella tutela dei beni comuni. Passi in avanti per l’ambiente, ma ancora critica la gestione di risorse naturali e qualità dell’ambiente. Per ricerca e innovazione, solo qualche timido miglioramento. Per la qualità dei servizi, graduale miglioramento dell’erogazione di acqua, elettricità, gas e rifiuti, ancora criticità per servizi sociali, mobilità e carceri.
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