Per Gianni Cuperlo, deputato del PD dal 2006, “la sostenibilità ambientale e sociale dello sviluppo è il tema del nostro tempo”. Dove l’ambiente non è un fattore di conservazione, ma di crescita e di modernità. In primo piano per l’Italia tre grandi opzioni strategiche: sviluppo della Green economy, produzione di energie rinnovabili, tutela della biodiversità. Avendo ben presente che la difesa del suolo si configura come una vera e propria emergenza nazionale: “la più grande sfida dei prossimi vent’anni è una grande opera di riassetto del territorio, con interventi di prevenzione e infrastrutture ambientali che mettano in sicurezza dal rischio idrogeologico”.
Questi i punti principali toccati nelle note presentate a fine agosto per il congresso del Partito Democratico. “Per troppo tempo – si legge – la politica, i settori produttivi, il comune sentire hanno percepito la tutela dell’ambiente come elemento di conservazione, come ostacolo alla crescita e alla modernità. Con la crisi si è definitivamente infranta l’illusione di uno sviluppo senza regole, di una produzione fondata sul consumo dissennato delle risorse e del suolo. È necessaria una nuova visione. Un nuovo equilibrio fra economia, società, ambiente e istituzioni. Un Paese come l’Italia deve assumere tre grandi opzioni strategiche, che possono diventare grandi direttrici di crescita e di lavoro: sviluppo della green economy, produzione di energie rinnovabili e tutela della biodiversità. Ma l’Italia deve anche affrontare, con visione strategica, la vera emergenza nazionale della difesa del suolo e della sicurezza idrogeologica. La più grande sfida nazionale dei prossimi vent’anni è una grande opera di riassetto del territorio: infrastrutture ambientali che mettano in sicurezza dal rischio idrogeologico, interventi di prevenzione dai rischi legati ai progetti di trasformazione del territorio. Vanno trovate le risorse che servono, perché i mancati interventi di prevenzione ambientale, rischiano di generare un costo molto più alto poi per riparare i disastri. Il deterioramento del territorio, le conseguenze dei cambiamenti climatici, la cattiva gestione dell’acqua e dei rifiuti, produrranno spese insostenibili se non avremo preso misure adeguate in tempo. L’ambiente non è affare di élite: è l’occasione per un grande processo di democratizzazione dell’economia e della società. Si possono, si devono coinvolgere le comunità locali nei processi decisionali di trasformazione del territorio. Le consultazioni pubbliche, serie, regolate e responsabili, su questioni di rilevanza ambientale, comprese le grandi opere, collocheranno il Paese sulla frontiera internazionale del progresso democratico e aiuteranno a superare i troppi stalli decisionali. Anche su queste forme di “democrazia di prossimità” dobbiamo giocare il rinnovamento del PD”.