“Credo non ci sia mai stato un impegno tanto serio e determinato sui PFAS quanto quello messo in campo dal ministero dell’Ambiente e più in generale dai governi Renzi e Gentiloni in questi anni. Oggi ci sono standard di qualità ambientale per le acque superficiali e sotterranee che includono per la prima volta anche i PFAS, c’è un grande lavoro tecnico e scientifico con gli esperti del Ministero a disposizione delle Regioni per l’individuazione delle migliori strategie a protezione dell’ambiente e della salute dei cittadini, ci sono soprattutto i fondi statali per le infrastrutture e l’approvvigionamento idrico di acqua non contaminata per la Regione Veneto.
E’ proprio di pochi giorni fa il decreto che sblocca gli ulteriori 80 milioni promessi nell’ambito dei Fondi Sviluppo e Coesione, assieme agli altri 23 già disponibili”. Lo affermato in una nota il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
“Siamo l’unico Paese in Europa – spiega il ministro – che ha inserito i PFAS negli standard di qualità ambientale delle acque superficiali e sotterranee, imponendo un monitoraggio sul rispetto dei valori soglia anche oltre i confini veneti. Per il conseguimento di questi standard e alla luce delle pressioni che vengono esercitate sul proprio territorio, come dice inequivocabilmente il Codice ambientale all’articolo 101, la Regione nell’esercizio della sua autonomia può, tenendo conto degli scarichi massimi assimilabili, definire valori limite anche diversi. In sostanza – chiarisce il ministro – spetta alla Regione creare le condizioni di maggior tutela per il proprio territorio, conciliandole con le esigenze di sviluppo e armonizzandole alla legislazione europea e nazionale”. “Per aiutarla in questo lavoro – aggiunge Galletti – il ministero coordina ormai da un anno un gruppo tecnico in cui i rappresentanti della Regione Veneto e ARPAV possono confrontarsi sulle migliori pratiche disponibili e sulle soluzioni con i rappresentanti del mondo scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità, di Ispra e di Irsa-Cnr oltre che con i nostri tecnici”.
“Sul fronte delle risorse – prosegue Galletti – il ministero ha ripreso in mano l’accordo per il bacino del Fratta Gorzone: dei 90 milioni previsti da un lontano accordo del 2005 – trenta per parte da governo, Regione e gestori del servizio idrico – risultavano al 2015 spesi solo 7,9 milioni di fondi statali. Grazie a questa nuova intesa oggi, dopo una lunga ricerca sul territorio della composizione degli interessi, 23 milioni di risorse dello Stato sono nuovamente utilizzabili per il distretto conciario di cui circa 10 milioni di euro e per gli interventi di corretta gestione dei fanghi e 13 sulle fognature e depurazione in un’area molto complessa per la concentrazione di PFAS”.
“Inoltre, grazie alla proposta del ministero – continua Galletti – sono stati inseriti tra gli obiettivi strategici anche quelli relativi alla rimozione dei PFAS nelle acque destinate a uso umano. Il quadro normativo aggiornato ha consentito al Ministero di poter sostenere la richiesta al governo di fondi aggiuntivi, riconosciuti nella misura di 80 milioni di euro e ufficialmente sbloccati l’11 settembre scorso”.
“Ricordo infine – conclude il ministro – che per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti con sostanze chimiche che è disciplinata dal regolamento europeo REACH, l’Italia ha sostenuto in ogni sede la linea restrittiva dei composti PFAS: questa è stata approvata sulla più rilevante delle sostanze, il PFOA, presente in abbigliamento come nei prodotti alimentari. Ciò vuol dire – chiude Galletti – che entro tre anni prodotti e articoli contenenti limiti superiori a quelli indicati non potranno essere più in commercio”.