Prima riunione operativa, il 17 dicembre al ministero dell’Ambiente, tra gli operatori della mobilità condivisa, le istituzioni nazionali e locali e il mondo della ricerca, per l’avvio delle attività dell’Osservatorio nazionale sulla sharing mobility.
L’Osservatorio è stato creato in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile ed è suddiviso in tre tavoli tecnici. Tra i suoi obiettivi, fare il punto sulla mobilità condivisa in Italia, condividendo prospettive di sviluppo, definendo scenari potenziali e proposte normative e promuovendo una comunicazione efficace.
Durante i lavori dell’Osservatorio, Maria Berrini, amministratore unico di Amat (Agenzia mobilità ambiente e territorio), ha presentato in anteprima i risultati di un’importante indagine sulla mobilità condivisa nell’area metropolitana milanese, una tra le best practice italiane della sharing mobility.
«Il ministero dell’Ambiente – spiega il direttore della Direzione generale per il clima e l’energia, Maurizio Pernice – da sempre supporta le città nel fondamentale ruolo che svolgono nell’ambito del processo di riduzione delle emissioni climalteranti. Le città sono infatti chiamate a ridurre le emissioni, tenendo anche conto del probabile aumento della popolazione nei prossimi decenni, con la conseguente esigenza di rinnovare le proprie infrastrutture e l’uso del proprio territorio».
«Il successo della sharing mobility in Italia , dal car sharing, al bike sharing al car pooling alle altre forme di servizi condivisi – aggiunge Raimondo Orsini, direttore della Fondazione per lo sviluppo sostenibile -, è il segnale più evidente che la collaborazione fra le città, le imprese e le istituzioni porta a risultati positivi e immediati non solo per l’ambiente ma anche per la vivibilità. Questo Osservatorio, che produrrà il primo Rapporto nazionale di settore, dimostra che la green economy è un gioco di squadra».
«Quello della sharing mobility – spiega Carlo Maria Medaglia, capo della segreteria tecnica del Ministro – è un segmento della sharing economy in forte crescita, soprattutto in termini di utenti e fatturato. Queste nuove forme di mobilità, supportate dalle innovazioni tecnologiche che facilitano l’incontro di domanda e offerta dei servizi, sono il segno evidente di un cambio di paradigma sociale e di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e del cittadino ad una mobilità nuova, sostenibile ed attenta alla salvaguardia dell’ambiente».