La domanda energetica e petrolifera italiana 2015-2030, rinnovabili in espansione

La domanda energetica e petrolifera italiana 2015-2030
La domanda energetica e petrolifera italiana 2015-2030

Previsioni energetiche, per l’Unione Petrolifera, che ha da poco reso disponibile l’edizione 2015 del volume “Previsioni di domanda energetica e petrolifera italiana 2015-2030”, curato dall’Ufficio Rilevazioni e Analisi dell’Unione Petrolifera, le nuove previsioni confermano molte delle tendenze evidenziate nella precedente edizione, ancora condizionate dalle criticità di una crisi economica che ha avuto un impatto determinante sui consumi di energia e sulle abitudini dei consumatori, sempre più orientati verso un uso più razionale dell’energia. Efficienza energetica e fonti rinnovabili restano infatti, a dispetto di tutto, gli assi portanti della politica energetica. Aderendo al Pacchetto Clima – Energia, l’Italia ha infatti recepito nel proprio ordinamento gli obiettivi della politica 20-20-20 della Commissione europea: al 2020, 20% di fonti rinnovabili (il 17% nel caso dell’Italia e il 10% minimo per i biocarburanti), riduzione di almeno il 20% delle emissioni di co2, aumento del 20% dell’efficienza energetica nei consumi. I principali risultati:
la domanda di energia complessiva è stimata in leggero recupero nel 2015, fino a 158,4 milioni di Tep, per poi salire a 164 milioni nel 2020 e 168,9 milioni nel 2025. Nel 2030 si arriverà a 170 milioni di Tep che sono un volume quasi equivalente ai consumi del 1995;

l’incidenza delle singole fonti primarie sul totale consumo energetico è prevista modificarsi sensibilmente tenendo conto dell’espansione delle fonti rinnovabili, con il petrolio che però rappresenterà la prima fonte di energia almeno fino al 2018 con un peso intorno al 35%;
la domanda per i soli carburanti, inclusi i prodotti per uso agricolo, marina e aviazione, continueranno a subire un ridimensionamento nel medio termine, con un moderato recupero solo dopo il 2020; i bunkeraggi, attualmente costituiti in prevalenza da olio combustibile, a partire dal 2020 potrebbero trasformarsi in analoghi quantitativi di distillati (se ne ipotizza una parziale sostituzione dalle 500 mila tonnellate attuali fino a 1,3 milioni a fine periodo);
cambia la composizione del barile raffinato, con un forte incremento del peso dei distillati medi che passa dal 47% del 2010 al 55% del 2015 per giungere al 59% al 2025-2030;
il gas naturale al 2030 dovrebbe stabilizzarsi arrivando a coprire il 35,8% del nostro fabbisogno, mentre i combustibili solidi alla stessa data continueranno a soddisfare l’8,5% del totale; previsto un moderato sviluppo delle fonti rinnovabili che dal 18% attuale nel 2030 arriveranno al 19,9%;
contestualmente le emissioni di CO2 si manterranno su livelli contenuti e nel 2020 si attesteranno su valori più bassi del 17% rispetto al 1990 e del 26% rispetto al 2005;
per quanto riguarda i biocarburanti tradizionali, in base alla legislazione vigente e tenendo conto del contributo crescente di biometano e biocarburanti avanzati – per i quali l’Italia è l’unico paese europeo ad aver introdotto un obbligo – il peso sul totale dei consumi di energia al 2020 si attesterebbe all’1,2% rispetto allo 0,7% attuale.

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