Il governo giapponese ha comunicato l’intenzione di uscire dall’International Whaling Commission (ICW) per riprendere la caccia alle balene a scopi commerciali dal 2019. La dichiarazione ha suscitato immediate reazioni.
Per Sam Annesley, direttore esecutivo di Greenpeace Japan, la decisione “non è al passo con la comunità internazionale, per non parlare della protezione necessaria per la salvaguardia e il futuro dei nostri oceani e di queste maestose creature”.
Per il WWF “ignorando le prescrizioni dell’IWC e prefiggendosi di cacciare le balene, il Giappone di fatto calpesta gli accordi internazionali finalizzati alla gestione e alla conservazione delle balene nel mondo.
La decisione di mettere gli interessi di caccia commerciale e insostenibile al di sopra di qualsiasi sforzo di conservazione arriva in un momento in cui tutte le balene del Pianeta sono drammaticamente minacciate dalle attività umane fra cui la pesca accidentale (o bycatch), il soffocamento causato da reti fantasma, le collisioni con le navi, il rumore, l’inquinamento, la grande quantità di plastica che invade gli oceani, oltre che dai cambiamenti climatici.”
Il WWF esorta quindi il Giappone a rispettare gli accordi internazionali e gli sforzi di conservazione globale continuando ad aderire alla commissione baleniera internazionale (IWC) ell’IWC.
Il Giappone aveva ufficialmente fermato la caccia alle balene nel 1988, rispettando l’adozione da parte dell’Iwc di una moratoria del 1986 volta a proteggere i grandi cetacei dall’estinzione. Tuttavia, ha continuato a ucciderle con la motivazione della “ricerca scientifica”.