“L’uomo manda altissima tecnologia su Marte ma non sa coabitare con il lupo. È il paradosso dei nostri giorni come dimostra ciò che sta accadendo in Francia, dove Parigi ha dato il via libera all’abbattimento di 36 lupi in una vasta area (dall’Alsazia e dalla Lorena, al nord-est, giù fino alle Alpi e poi, verso ovest, fino ai Pirenei) dove la specie è ricomparsa dopo anni di assenza. Una decisione sbagliata, come già dimostrato negli ultimi anni, che non risolverà il problema e che denota l’assenza di una politica chiara per il ritorno di una specie emblematica come il lupo. Invece di scegliere come unica strada la scorciatoia dell’abbattimento, si dovrebbe lavorare, insieme agli allevatori, per individuare insieme i cambiamenti necessari per far coesistere l’allevamento di qualità in un contesto naturale di qualità di cui il lupo fa parte”.
È quanto dichiara Nino Morabito, responsabile fauna e benessere animale di Legambiente.
“La sfida della coesistenza con il lupo – continua Morabito – è sicuramente una realtà da affrontare in tutti i Paesi europei e non riguarda solo la Francia. Nel caso della zootecnia, in Italia ci sono degli esempi positivi come il progetto europeo Life Wolfnet, che ha dimostrato come sia possibile lavorare per una conservazione e gestione coordinata del lupo in Appennino ed offrire un modello di gestione della presenza del lupo compatibile con le attività dell’uomo”.
Di lupi non se ne vedevano più dagli Anni Trenta, mentre in Italia non era mai definitivamente scomparso. Il primo, dopo così tanto tempo, è stato avvistato nelle Alpi francesi nel 1992. Oggi sarebbero in tutto circa 300 esemplari.
Leggi anche:
Lupi perseguitati, appello alla convivenza del WWF
Tornano i lupi. I problemi degli allevatori