Il Padiglione Zero è il punto di partenza dal quale iniziare la visita ad Expo. Curato da Davide Rampello e progettato da Michele De Lucchi, racconta con un linguaggio immediato ed emotivo quanto l’uomo ha prodotto dalla sua comparsa sulla Terra fino a oggi, le trasformazioni del paesaggio naturale, la cultura e i rituali del consumo.
Sulla grande facciata principale si legge il motto in latino Divinus halitus terrae, ovvero Il respiro divino della terra.
La struttura copre una superficie di circa 9.000 metri quadrati di cui 5.500 riservati all’area espositiva, predisposta per i nove grandi spazi tematici che si succedono come in una dimensione naturalmente irregolare.
Vogliamo proporre un racconto che parte dalla memoria dell’umanità – spiega Davide Rampello – passa attraverso i suoi simboli e le sue mitologie, percorre le varie fasi dell’evoluzione del suo rapporto con la Natura – dall’azione di addomesticare il mondo animale e vegetale all’invenzione degli strumenti della lavorazione e della conservazione – e arriva fino alle forti contraddizioni dell’alimentazione contemporanea. Un percorso emozionale che da racconto universale si fa storia individuale”.
“Il Padiglione Zero – racconta Michele De Lucchi – riproduce un pezzo della crosta terrestre, sollevata dal terreno e posta in una posizione di preminenza. Utilizzando la schematizzazione delle curve di livello, riproduce il suolo terrestre, con montagne, colline e una grande valle centrale. I Colli Euganei, che si trovano tra Padova e Vicenza, sono il riferimento più diretto per un sistema costruttivo semplice ed efficace di struttura conica. Le acque calde affioranti di Abano e Montegrotto Terme testimoniano la presenza di sommovimenti magmatici a piccola profondità e ci permettono di costruire un paesaggio evocativo dall’effetto molto naturale. Al suo interno diverse aree concettuali prendono per mano scenograficamente i visitatori, accompagnandoli alla scoperta del Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Il Padiglione Zero offre un’esperienza di viaggio al centro della Terra, dove l’esplorazione avviene passando all’interno della crosta terreste tra le grotte che sono state ricostruite in un’atmosfera di quasi totale assenza di luce. Le montagne della crosta terrestre sono la copertura sotto la quale si sviluppano le grotte, al centro della quale si trova la “valle delle civiltà”.
L’ONU – Il padiglione ospita una tappa dell’itinerario dell’Onu: lungo il percorso espositivo si incontrano le Stele ONU con storie legate al tema della stanza in cui si trovano. Attraverso queste si scopre la stretta relazione tra il tema ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita’ e una delle missioni fondamentali delle Nazioni Unite: garantire a tutte le persone il diritto ad avere cibo sicuro e nutriente per condurre delle vite sane e produttive, senza compromettere i bisogni delle generazioni future.
LE SALE TEMATICHE – La prima sala tematica è dedicata all’Archivio della Memoria, un grande archivio di legno somigliante alla struttura di un’antica biblioteca. La successiva ospita la proiezione del cortometraggio di Mario Martone, Pastorale cilentana. Il tema del film ruota intorno a caccia, pesca, agricoltura e pastorizia. E’ poi presente un grande albero alto circa 23 metri, la cui chioma fuoriesce dal soffitto e svetta oltre il tetto del padiglione, per rimarcare la supremazia della natura sull’uomo.
Segue la Sala dei semi, un’installazione che comprende una selezione di semi coltivati nelle principali piantagioni della terra.
Il tour continua nella sala degli animali che che sta a rappresentare una grande arca, dove sono riprodotte a grandezza naturale e di colore bianco molte specie di animali.
Si accede quindi alla Valle della civiltà, per poi passare nell’area degli strumenti che si presenta sotto forma di campo arato delimitato da muretti a secco, a stabilire la nascita dei primi spazi geometrici e di proprietà privata in agricoltura. Sempre in questo spazio è posta l’unica area del Padiglione Zero che contiene materiale autentico archeologico: la Sala dei recipienti, dove sono in mostra almeno cinquanta tra vasi, anfore e otri, tra cui alcuni risalenti a millenni avanti Cristo.
Oltrepassando una grande anfora iconica, il visitatore è catapultato nella modernità, ovvero nella zona dedicata alla rivoluzione industriale. La sala contiene un grande plastico di circa 320 metri quadrati, che mostra come l’uomo ha influito pesantemente sulle modifiche dell’ambiente cambiando anche il modo di produrre il cibo.
Seguono la Borsa mondiale del cibo e una stanza dedicata alla riflessione sullo spreco del cibo. Le ultime due sale tematiche sono dedicate al proposte di modelli positivi per il futuro.
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Expo, tutte le sorprese dei padiglioni (1° parte: A – B)
Expo: i segni particolari dei padiglioni (2° parte: C – G)
I padiglioni di Expo, carrellata (3° parte: I – L)
Expo: a spasso per i padiglioni (4° parte: M – V)