Un nuovo disegno del mercato elettrico, volto ad un’integrazione strutturale delle fonti rinnovabili, potrebbe mettere a disposizione 9,5 GW di energia rinnovabile per i servizi di rete. Per continuare a favorire la diffusione di energia pulita si rende, inoltre, necessaria una revisione del ruolo delle rinnovabili nel dispacciamento, e l’introduzione di meccanismi di stabilizzazione del mercato a medio termine.
Le rinnovabili, che soddisfano oltre il 30% del fabbisogno elettrico nazionale, in Italia potrebbero dare un contributo significativo ai servizi di rete, generando benefici per il sistema. Il potenziale stimato al 2013 è di circa 9,5 milioni di chilowatt: impianti eolici e fotovoltaici contano rispettivamente per circa 4.400 megawatt e 410 megawatt, mentre il parco idroelettrico ad acqua fluente idoneo (cioè quello senza diga) è stimato in 4.600 megawatt. Tuttavia, alle condizioni attuali, i rischi per gli operatori sarebbero superiori ai possibili benefici.
Sono alcuni dei dati diffusi oggi a Roma al convegno “Ripensare il mercato elettrico: evoluzione industriale e convergenza europea”, nel corso del quale sono stati presentati e discussi i risultati dello studio sul market design del settore elettrico italiano, commissionato da assoRinnovabili (Associazione dei produttori, dell’industria e dei servizi per le energie rinnovabili) al professor Alessandro Marangoni, CEO della società di analisi economiche Althesys. Ad aprire i lavori Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili. Sono intervenuti Giulio Volpi (direzione generale Energia della Commissione EU), Guido Bortoni (presidente dell’AEEGSI), Carlo Tamburi (direttore Country Italia Enel), Gianni Armani (CEO Terna Rete Italia) e Stefano Alaimo (responsabile Mercati GME).
Obiettivo dello studio, fornire strumenti per individuare scenari evolutivi e opzioni di riassetto del mercato elettrico in Italia e formulare delle proposte di policy. Il lavoro analizza come i cambiamenti industriali e le modifiche normative abbiano influenzato l’evoluzione del mercato elettrico italiano, e come il crescente ruolo delle rinnovabili stia trasformando le dinamiche della formazione dei prezzi dell’energia all’ingrosso.
Altro spunto di riflessione emerso dalla relazione è come nel nostro Paese l’impatto economico dei servizi di dispacciamento – vale a dire il costo delle attività per il mantenimento in costante equilibrio del sistema elettrico – sul valore del mercato, pari oggi al 9%, non sia in realtà superiore a quello di altri Paesi con forte crescita delle rinnovabili (a parità di funzionamento dei mercati), come ad esempio la Spagna, dove raggiunge il 14% del valore del mercato.
Per conferire maggior affidabilità e competitività al sistema, si rende quindi necessario un percorso di riassetto del mercato elettrico che assegni alle rinnovabili un ruolo più strutturale, innanzitutto attraverso:
• una sempre maggiore partecipazione delle rinnovabili ai servizi di rete, con l’introduzione di disposizioni tecniche e regolatorie e una remunerazione dei servizi ben definita;
• la riduzione dei tempi di chiusura del mercato per avvicinarlo al tempo reale, in modo da ridurre consistentemente gli oneri di dispacciamento, come già avviene in Paesi come la Germania, dove incidono solo per il 4% del mercato.
“La trasformazione del settore elettrico italiano – dichiara Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili – richiede un processo organico e strutturato di ridisegno del mercato. E’ quindi importante che a monte vi sia un atto di legislazione primaria a copertura dei principi generali qui enucleati, che comprenda tutti gli aspetti normativi ad esso collegati, quali ad esempio quelli fiscali. Qualsiasi revisione del sistema deve fondarsi sul principio basilare di tutela delle condizioni legislative in cui sono stati realizzati gli investimenti esistenti, prevedendo un assetto del mercato equilibrato in tutte le sue componenti, per assicurare un’adeguata prosecuzione al naturale percorso di integrazione delle FER.”
“Uno strumento di stabilizzazione del mercato a medio termine e, al contempo, di integrazione delle rinnovabili potrebbe essere quello dei contratti a lungo termine – spiega il professor Alessandro Marangoni, CEO di Althesys – Allo stato in Italia e in Europa, a differenza del resto del mondo, la regolazione non ne favorisce la diffusione. Per incentivare la loro stipula, anche nel mercato dell’energia, occorrerebbe dunque introdurre meccanismi regolatori che stimolino la domanda a contrattualizzare i propri consumi nel lungo periodo.”