In una risoluzione non legislativa votata martedì 13 settembre, i deputati hanno affermato che l’inchiesta del Parlamento europeo sulle emissioni degli autoveicoli necessità urgentemente di ulteriori informazioni da parte della Commissione europea.
A metà del suo mandato, la commissione d’inchiesta sulle misurazioni delle emissioni nel settore automobilistico (EMIS) deve ancora ricevere alcuni documenti della Commissione relativi alle misurazioni delle emissioni e alcuni chiarimenti dal gruppo di lavoro di esperti sulle procedure di omologazione dei veicoli. La relazione finale dell’inchiesta è prevista per la primavera 2017.
La risoluzione, redatta da Pablo Zalba Bidegain (PPE, ES) e Gerben-Jan Gerbrandy (ALDE, NL), è stata approvata con 618 voti favorevoli, 26 contrari e 7 astensioni. Nel testo, si invita nuovamente la Commissione e gli Stati membri ad assistere la commissione d’inchiesta, nel pieno rispetto del principio di leale cooperazione sancito dal diritto dell’Unione.
Nel corso del dibattito, Zalba Bidegain ha sottolineato che la commissione d’inchiesta non dovrebbe solamente limitarsi a “indagare e a scoprire la verità su quello che è successo in passato, ma avanzare anche della proposte per evitare che qualcosa di simile si ripeta in futuro. Questa crisi è anche un’opportunità per adeguare l’industria automobilistica europea al XXI secolo e per garantire un futuro migliore ai dodici milioni di famiglie dei lavoratori nel settore automobilistico”.
Gerben-Jan Gerbrandy ha spiegato che la cooperazione con la Commissione è migliorata dall’estate, mentre l’inchiesta si concentrerà ora sulla responsabilità delle autorità nazionali, perché “democrazia europea vuol dire anche responsabilità in Europa dei ministri nazionali. Restano gli interrogativi sul ruolo degli Stati membri, poiché l’attuazione e l’applicazione della normativa UE in materia di emissioni auto sembra molto debole”.
La commissione EMIS è stata istituita in risposta alle rivelazioni sui dispositivi truccati utilizzati per ridurre le emissioni inquinanti durante i test ufficiali sulle auto. Sta inoltre indagando per capire se la Commissione europea o i funzionari nazionali sospettassero o sapessero delle possibili truffe prima che fosse scoperta negli Stati Uniti e per quale motivo non fossero stati – intenzionalmente o meno – più prudenti nell’affrontare le discrepanze nei valori delle emissioni, riscontrate nei test di omologazione e in quelli in condizioni reali di guida.
In particolare, la Commissione europea dovrebbe fornire ai membri di EMIS tutta la documentazione richiesta relativa alle misurazioni delle emissioni dei veicoli, compreso il lavoro svolto dal Centro comune di ricerca (CCR) e tutte le registrazioni delle attività dei vari gruppi di esperti che si occupano di legislazione in materia di procedure di omologazione veicoli.
Dalla riunione costitutiva del 2 marzo, EMIS ha tenuto 12 riunioni, per un totale di circa 50 ore e 37 audizioni, nel corso delle quali i partecipanti hanno anche risposto a circa 400 domande formulate in anticipo dai deputati. EMIS ha inoltre commissionato uno studio sulle discrepanze dei valori delle emissioni riscontrate nei test di omologazione e in quelli in condizioni reali di guida.
Prossime tappe: la commissione EMIS si riunirà una decina di volte entro la fine del 2016 e ascolterà molti altri rappresentanti delle autorità nazionali e locali dell’UE e le case automobilistiche.