Il Parlamento ha deciso di istituire una commissione d’inchiesta composta da 45 membri per indagare sulle violazioni delle norme comunitarie in materia di misurazioni delle emissioni di auto e sulla mancata adozione da parte della Commissione e delle autorità degli Stati membri di misure per far rispettare le norme UE. La commissione d’inchiesta presenterà una relazione intermedia entro 6 mesi e quella finale entro un termine di 12 mesi dall’inizio dei suoi lavori.
La proposta di decisione è stata approvata con 354 voti favorevoli, 229 contrari e 35 astensioni.
Il compito della commissione sarà quello di indagare sul il presunto inadempimento da parte Commissione di verificare i cicli di prova utilizzati; la presunta mancata adozione da parte della Commissione e delle autorità degli Stati membri di misure appropriate ed efficaci per sorvegliare rendere effettiva l’applicazione dell’esplicito divieto di “impianti di manipolazione”; la presunta omissione da parte della Commissione dell’introduzione di prove che riflettano le condizioni reali di guida; la mancata fissazione da parte degli Stati membri di sanzioni effettive, proporzionale e dissuasive applicabili ai costruttori per le violazioni, se la Commissione e gli Stati membri disponevano di elementi di prova dell’uso di meccanismi di manipolazione prima del 18 settembre 2015, data in cui è scoppiato lo scandalo.
La richiesta fa seguito alla scoperta fatta negli Stati Uniti che il gruppo Volkswagen ha utilizzato un software per ridurre il valore delle emissioni di NOx durante i test. Il Parlamento ha votato una risoluzione nel mese di ottobre che chiede un’indagine approfondita sul ruolo e sulla responsabilità della Commissione europea e degli Stati membri, chiedendo loro di rivelare ciò che sanno su queste violazioni e quali azioni erano state intraprese.
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