La Corte Costituzionale ha fissato per il prossimo 6 dicembre l’udienza in cui si discuterà sulla legittimità del decreto noto come “spalma incentivi” che ha ridotto, in maniera retroattiva, la tariffa concessa ai proprietari di impianti fotovoltaici.
Anie Rinnovabili, che rappresenta, nel sistema confindustriale, tutte le imprese che operano nel settore delle rinnovabili, presenterà in udienza, a tutela dei suoi associati, le sue memoria per la discussione del giudizio sull’art. 26 comma 2 e 3 del decreto legge n. 91/2014 convertito con modificazioni in legge n. 116/2014.
Il decreto all’art. 26 prevede che a decorrere dal 1° gennaio 2015, la tariffa incentivante per l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 kW sia rimodulata, a scelta dell’operatore, sulla base di tre opzioni a), b) e c) e che in assenza di comunicazione da parte dell’operatore, il GSE applichi l’opzione c).
L’associazione sostiene l’incostituzionalità della legge che va a toccare i diritti già acquisiti, ledendo il principio di certezza del diritto e di affidamento delle imprese verso lo Stato con lo scopo di ripristinare il corrispettivo dell’incentivo pari al valore originario contemplato nella convenzione stipulata dalle aziende con il GSE.
“Non è condivisibile un approccio regolatorio basato su interventi che, minando la certezza del diritto, comportino la modifica “in corsa” del quadro normativo, con l’effetto di determinare la chiusura di stabilimenti e siti industriali e di compromettere il ritorno degli investimenti effettuati.
Anie Rinnovabili crede fortemente nel ruolo che le energie rinnovabili hanno avuto, e devono continuare ad avere nello sviluppo sostenibile del nostro Paese. La sostenibilità energetica e ambientale dovrà essere l’obiettivo sotteso ai progetti di politica industriale del Paese nel prossimo futuro e i provvedimenti dovranno essere coerenti con tale sviluppo.”
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