Consolidare la filiera del biogas e del biometano per anticipare gli obiettivi di decarbonizzazione dell’economia italiana, coerentemente con i contenuti dell’intesa raggiunta alla Conferenza di Parigi COP21. Lo chiede al governo il CIB, Consorzio Italiano Biogas, che ha recentemente presentato insieme a Snam e Confagricoltura un documento che evidenzia i benefici a più livelli di una strategia di sviluppo del biometano in Italia.
«L’Italia – spiega Piero Gattoni, presidente del CIB – ha svolto un ruolo determinante nell’accordo raggiunto in seno alla COP21 e, per i notevoli sforzi compiuti in passato sul fronte delle rinnovabili, si colloca certamente tra i paesi più virtuosi».
Tra i molti primati, l’Italia, con oltre 2 miliardi di normal metri cubi di gas equivalente prodotti ogni anno, che la collocano al terzo posto nel mondo dopo Germania e Cina, può vantare anche quello della produzione di biogas da biomasse di origine agricola.
«Dal biogas – prosegue il presidente Gattoni – si ottiene il biometano, fonte energetica rinnovabile e sostenibile, che può essere impiegata nell’autotrasporto, nelle auto e nei mezzi pubblici che già circolano a metano, oppure immessa nella rete nazionale del gas naturale. Potenzialmente, il nostro paese potrebbe produrre, considerando anche il settore dei rifiuti organici urbani, 8 miliardi annui di metri cubi di gas naturale equivalente, pari al 10% del fabbisogno nazionale».
Il contributo del biometano in termini di taglio alle emissioni clima alteranti è notevole, non soltanto perché questa fonte di energia alternativa andrebbe a rimpiazzare le fonti fossili. Il processo produttivo del biometano è virtuoso in una pluralità di aspetti. Il prodotto finale della digestione anaerobica, ovvero il processo di fermentazione che dà vita al biogas, è il digestato, un fertilizzante naturale in grado di restituire il carbonio al terreno sottraendolo all’atmosfera. In più il biogas consente di immagazzinare e valorizzarle a fini energetici le emissioni che si produrrebbero per la fermentazione naturale all’aria aperta della materia organica, i reflui di allevamento per esempio, o dei rifiuti urbani. Lo sviluppo della filiera del biogas inoltre offre prospettive occupazionali tra le promettenti: sono stimati 13 mila nuovi green jobs al 2020.
«Occorre che le istituzioni – conclude Gattoni – mettano in campo una serie di azioni che consolidino la filiera italiana del biogas e del biometano in un quadro normativo che non è ancora stabile e certo. Tra gli obiettivi che il Consorzio Italiano Biogas considera primari, la ridefinizione dell’intervallo temporale per l’accesso agli incentivi per il biometano, considerati i ritardi nell’attuazione del decreto 5 dicembre del 2013, la previsione di un target annuo di immissione di biometano in rete, l’aggiornamento della normativa nazionale in tema di biocarburanti avanzati coerentemente con la nuova direttiva europea e la previsione di un sistema che valorizzi il ruolo del biometano nella strategia di riduzione della CO2».
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