Presentato il Rapporto “Il riciclo del vetro e i nuovi obiettivi europei per la circular economy“, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile per conto di Assovetro, l’ Associazione nazionale degli industriali del vetro aderente a Confindustria.
Dal rapporto emergono numeri di tutto rispetto, che confermano che l’industria degli imballaggi di vetro è il migliore esempio di un’economia circolare.
Aumenta in Italia (anche se a macchia di leopardo) la raccolta differenziata che è arrivata al 77% ed il tasso di riciclo, nonostante la difficile congiuntura economica che ha visto crescere ben poco la quantità di bottiglie e vasetti immessi sul mercato italiano, è cresciuto: negli ultimi 5 anni (dal 2010 al 2014) è passato dal 68,3% al 70,3% (+2%), creando nuova materia rinnovabile per produrre contenitori in vetro. Con il riciclo del rottame di vetro reimpiegato nei forni delle aziende vetrarie italiane (comprese le importazioni e il rottame di vetro non da imballaggio), nell’ultimo anno sono state risparmiate materie prime tradizionali per circa 3.020.000 tonnellate, energia per 316 milioni di metri cubi di metano ed emissioni per circa 1,9 milioni di tonnellate di CO2. Di fronte ai nuovi target di riciclo posti dal recente pacchetto Ue sull’ Economia circolare (75% nel 2025 e 85% nel 2030) sarà, però, necessario fare maggiori sforzi per migliorare la qualità e la quantità delle raccolte differenziate. Oltre 512.800 tonnellate di vetro finiscono ancora nei rifiuti indifferenziati, mentre altre perdite emergono negli impianti di selezione e trattamento dei rottami di vetro, dove ben 150.000 tonnellate di scarti, per il 90% di vetro, finiscono in discarica insieme ai materiali di scarto a causa della scarsa qualità della raccolta.
Il settore della produzione e riciclo del vetro conta 20.200 occupati, produce 1,4 miliardi di PIL e con il 70% degli investimenti green. Driver economico per tutta l’Europa, ha generato 125.000 posti di lavoro, contribuendo con 9,5 miliardi al PIL europeo e riducendo del 48% l’utilizzo di materie prime.
“L’ economia circolare -ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti– è la scelta strategica che l’Italia ha compiuto per uno sviluppo che sia sostenibile e, in prospettiva, a rifiuti zero e de-carbonizzato. Tale scelta è diventata una sfida globale dopo l’intesa mondiale sul clima siglata a Parigi nel dicembre scorso.In questo ambito il settore del vetro, riciclabile al 100%, è certamente una avanguardia virtuosa per le alte performance di recupero e riuso di materia. L’Italia, con Assovetro, è in prima linea per rafforzare il ruolo di eccellenza che questa filiera rappresenta sia dal punto di vista ambientale che economico e occupazionale”.
Italia a due velocità – Non solo nella raccolta differenziata il sud è fanalino di coda (358.719 tonnellate contro 1.038.734 del nord e con la Lombardia che da sola raccoglie più di tutto il meridione con 399.343 tonnellate)), ma anche nel riciclo del vetro. In Italia nel 2014 il riciclo pro capite degli imballaggi è stato di 26,6 Kg/ab, ma guardando le macro aree geografiche il Nord registra 34,9 Kg/ab, il Centro 24,6 Kg/ab e il Sud solo 16,6 Kg/ab, con un tasso di riciclo che a nord ha toccato circa il 73% contro il 54,9% del sud. Per raggiungere gli obiettivi posti dal pacchetto circular economy, il riciclo pro capite dovrà arrivare a 28,4 kg nel 2025 e 32,2Kg nel 2030 con uno sforzo molto maggiore per il Sud.Nel 2025 il tasso di riciclo per il Sud dovrà infatti aumentare del 20% contro il 2% del Nord.
“Il vetro –ha detto il Presidente della Sezione Vetro cavo di Assovetro, Marco Ravasi – è un materiale che realizza alla perfezione il concetto di economia circolare che si basa su produci-consuma-riproduci e permette di riprodurre sempre contenitori che hanno caratteristiche identiche a quelli originali. Di fronte ai nuovi obiettivi europei sarà necessario ora aumentare e migliorare le raccolte differenziate e rafforzare l’innovazione nel settore per ottenere rottami di qualità che alimentino un ciclo virtuoso”
Migliorare il ciclo, lo scarto è del 7% – Tra la raccolta differenziata al 77% e il tasso di riciclo al 70,3% c’è una differenza di circa il 7% di vetro che non prende la strada dell’economia circolare. Questo scarto è dovuto a due fenomeni il peggioramento della qualità media della raccolta differenziata e la spinta selezione negli stabilimenti di trattamento di ceramica e cristallo. Per migliorare il ciclo sarà necessario quindi, puntando sull’ informazione ai cittadini, evitare che cristallo e ceramica vengano conferiti insieme al vetro e che sia ridotta al minimo la frazione fine, quei piccolissimi pezzetti di vetro misti a ceramica e cristallo non selezionabili; occorre anche dare obiettivi ai Comuni che non siano solo legati alle quantità intercettate con raccolta differenziata, ma anche alla loro riciclabilità. Punto qualificante dovrà essere anche l’incremento delle attività di ricerca e il miglioramento degli impianti per ridurre al minimo gli scarti che nel 2014 sono stati di 150.000 tonnellate, per il 90%, 135.000 tonnellate, costituiti da vetro e che sono aumentati di circa il 2% tra il 2011 e il 2014. Tra i miglioramenti impiantistici in atto ci sono sofisticati selettori ottici che rimuovono i frammenti di ceramica e sul fronte della ricerca, la Stazione sperimentale del vetro sta portando avanti un progetto di ricerca per il recupero di questi scarti. Per migliorare la qualità, sono da tenere d’ occhio anche i metodi di raccolta differenziata: la tradizionale “campana” è al primo posto per efficienza, il 96% del vetro raccolto con questo metodo è, infatti, riciclato; all’ ultimo posto sta il contenitore stradale per la raccolta mista di vetro, metallo e plastica che vede un riciclo del solo 65% del vetro in esso contenuto, con uno scarto quindi di ben il 35%.
“Dalla ricerca emerge –osserva Edo Ronchi Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile- che il vetro, che può essere riciclato più volte e reimpiegato per rifare lo stesso tipo di prodotti è un modello di riferimento per l’economia circolare che punta a ridurre il prelievo di materie prime dall’ambiente, quindi a minimizzare la produzione di rifiuti,a valorizzare la durata dei prodotti e il loro riutilizzo ,a rimettere in circolo i materiali massimizzando il riciclo dei rifiuti e azzerando lo smaltimento di rifiuti in discarica.
“I risultati della Ricerca sono per i Comuni uno stimolo positivo a fare di più e meglio – ha dichiarato Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale Anci e sindaco di Catania – I comuni italiani sono impegnati in prima fila nel rafforzamento del ciclo virtuoso produzione-uso-riuso, nella raccolta differenziata in generale e in quella del vetro in particolare. Lo richiedono tre fattori: il concetto moderno di economia circolare, la necessità di evitare sprechi insopportabili e insostenibili di materie prime, la salvaguardia dell’ambiente, a partire da quello urbano. E’ il momento di lanciare un’alleanza a tre puntando alla qualità negli impegni rispettivi: di sindaci e amministratori per una implementazione necessaria e doverosa delle politiche di raccolta; dell’industria del settore sulle caratteristiche del prodotto-vetro sotto questo profilo; dei cittadini per una maggiore consapevolezza e informazione, le quali passano per campagne capillari e chiare”.
I vantaggi ambientali – Da un Kg di rottame di vetro si produce un Kg di vetro, se si utilizzassero materie prime sarebbe necessario un input di 1,17 Kg. Il riciclo del vetro permette quindi di ridurre il consumo di risorse naturali (3.020.002 tonnellate nel 2014) e di diminuire le emissioni di CO2 (780.174 t.) grazie al risparmio di energia (4.617 TJ) e alla decomposizione dei carbonati presenti nella miscela vetrificabile tradizionale. A questo va anche aggiunta la riduzione della CO2 che deriva dalla mancata estrazione e produzione di materie prime: una riduzione di CO2 valutata per il 2014 in circa 1.079.976 tonnellate. In totale il risparmio complessivo di CO2 è stato nel 2014 di 1.860.150 t., pari alle emissioni derivanti dalla circolazione per un anno di circa 1.181.047 auto Euro 5 di piccola cilindrata con una percorrenza media di 15.000 chilometri (emissioni CO2 105 gr/km). La Ricerca valuta anche i benefici ambientali che deriverebbero dal raggiungimento degli obiettivi posti dal pacchetto sulla circular economy al 2030. Considerando l’immesso al consumo pari al 2014 si dovranno riciclare 338.000 tonnellate in più rispetto al 2014 che porteranno a risparmiare 59.737 TEP di energia, 633.000 tonnellate di materie prime ed eviteranno le emissioni di 389.861 t. di CO2 eq. Per comprendere la portata ambientale.
Leggi anche:
Economia circolare, il pacchetto di misure adottate dalla Commissione europea
Economia circolare, la documentazione per le commissioni
Contributo ambientale imballaggi in vetro, diminuzione dal 1° gennaio 2016