Pubblicato oggi a Stoccolma il Quinto rapporto di valutazione dei cambiamenti climatici dell’Ipcc (del quale fanno parte 195 paesi), nel quale la comunità scientifica internazionale ha confermato che, con estrema probabilità, la causa dominante del riscaldamento osservato fin dalla metà del XX secolo è costituita da attività umane.
Il testo reso noto è quello destinato ai Decisori Politici del Working Group 1, dedicato ai fondamenti scientifici fisiche dei cambiamenti climatici, seguiranno poi il WG2 sugli impatti e l’adattamento, e il WG3 sulle politiche di mitigazione.
Lunedi prossimo l’intero volume del Working Group I sarà pubblicato on-line in forma ancora non definitiva, poi in forma finale in gennaio.
Gli highlights: secondo la comunità scientifica internazionale impegnata nella ricerca climatica, è “estremamente probabile” (probabilità al 95-100%) che l’attività antropogenica (emissioni di gas-serra, aerosol e cambi di uso del suolo) sia la causa dominante del riscaldamento osservato fin dalla metà del XX secolo.
I dati analizzati dalla comunità scientifica internazionale, inoltre, confermano che i cambiamenti climatici sono in atto e continueranno per decenni e secoli. Da queste informazioni emerge la necessità di urgenti e significative azioni da parte dei Governi per ridurre le emissioni di gas serra al fine di limitare i futuri impatti dei cambiamenti climatici che, in assenza di tali misure, diventeranno più severi.
Le proiezioni climatiche, infatti, mostrano che entro la fine di questo secolo la temperatura globale superficiale del nostro pianeta probabilmente raggiungerà 1.5oC oltre il livello de periodo 1850 – 1900 . Senza serie iniziative mirate alla mitigazione e alla riduzione delle emissioni globali di gas serra, l’incremento della temperatura media globale rispetto al livello preindustriale potrebbe superare i 2oC e arrivare anche oltre i 5oC.