Aziende energia, acqua, gas e rifiuti: gli investimenti valgono 23,5 miliardi

Sono cresciuti nel 2023 gli investimenti delle 100 maggiori aziende italiane di servizi pubblici: 23,5 miliardi (+11%), equivalenti all’1,1% del PIL italiano. Una corsa che giunge al termine di una fase di consolidamento, laddove le principali utility sembrano oggi più concentrate sull’ottimizzazione delle attività come digitalizzazione, rafforzamento delle infrastrutture e presidio dei clienti. Sono alcuni dei dati salienti che emergono dallo studio “Le performance delle utility italiane. Analisi delle 100 maggiori aziende dell’energia, dell’acqua, del gas e dei rifiuti” presentato stamattina da Alessandro Marangoni, CEO di Althesys e capo del team di ricerca, nel corso del Top Utility, l’evento organizzato in collaborazione con Utilitalia e giunto alla tredicesima edizione che mostra ogni anno lo stato dell’arte nei settori acqua, energia e rifiuti.

L’appuntamento è molto atteso dagli operatori anche per i premi alle migliori società. L’azienda top quest’anno è Silea; i premi tematici sono andati ad A2A, Acque Spa, Acque del Chiampo, Aimag, CAP, Iren, Marche Multiservizi.  

“Lo studio – dice l’economista Alessandro Marangoni mostra una crescita degli investimenti ragguardevole. Le aziende sono chiamate dunque a tradurre lo sforzo in risultati che creino valore per tutti gli stakeholder: servizi di qualità a prezzi competitivi per i clienti, miglioramento dell’ambiente, soddisfazione degli azionisti, pubblici e privati.  I risultati, soprattutto dal punto di vista operativo e ambientale, mostrano un leggero miglioramento ma, com’e in buona parte fisiologico, senza grandi salti di performance. Energie rinnovabili, economia circolare e nuovi servizi sono le principali aree nelle quali mirano a creare valore per l’Italia”.

“La capacità di creare valore condiviso e di realizzare investimenti infrastrutturali fondamentali per il Paese – commenta il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – pongono le utility al centro della transizione ecologica, oltre a confermarne la funzione positiva per lo sviluppo economico. Per affrontare al meglio le sfide del prossimo futuro, che spaziano dalla sicurezza energetica nazionale alla digitalizzazione, fino agli effetti dei cambiamenti climatici sulla risorsa idrica, occorre potenziare il sistema industriale delle utility superando la frammentazione gestionale. In questo modo sarà possibile accelerare ulteriormente sul fronte degli investimenti e migliorare le performance, offrendo ai cittadini servizi di qualità elevata su tutto il territorio nazionale”.

Tutti i vincitori

La migliore utility italiana, secondo l’insieme dei parametri del modello di analisi di Top Utility, è l’azienda di Lecco Silea,che si aggiudica il premio Top Utility Assoluto. Della cinquina facevano parte anche Acque, Acque del Chiampo, Iren, Marche Multiservizi. Prima nella categoria ESG è Marche Multiservizi, nelle migliori figurano anche Acque, AlperiaCAP e CVA. Per la Comunicazione si è distinta Aimag (con A2A, Acinque, Edison e Enel). Per Ricerca e Innovazione ha vinto A2A (in cinquina con Acea, Aimag, Iren e Smat). Nella categoria Territorio e Comunità il riconoscimento è andato a Cap (in lizza con Contarina, Iren, Nuove Acque e Publiacqua). Per la voce Competitività ed efficienza il riconoscimento è andato ad Iren (conAcos, Acque, Contarina e Silea). Nella categoria Formare Talenti ha primeggiato Acque del Chiampo (con Dolomiti Energia, Marche Multiservizi, Publiacqua e Silea). Quest’anno è stata creata una nuova categoria “Progetti scuola” in collaborazione con Utilitalia. Ha vinto Acque, con A2A, Acos, Lario Reti e Savno.
L’edizione 2025 di Top Utility è stata promossa da Althesys in collaborazione con Acquanexa, Engineering, Fonservizi, Shared Value Institute e Utilitalia.

La fotografia di un settore

Le 100 maggiori utility operanti in Italia nei comparti dei rifiuti, del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e della distribuzione e vendita del gas hanno prodotto un fatturato aggregato di 223 miliardi di euro nel 2023. Il dato è in calo dopo la crescita dovuta all’aumento anomalo dei prezzi energetici l’anno precedente, ma registra comunque un aumento del 22% in due anni.

La redditività del capitale proprio (ROE) delle multiutility, dopo il calo nel 2022, passa dal 5% al 7%, mentre per le imprese idriche dal 5% al 6%. Le aziende del gas crescono dal 9% al 15%, quelle dei rifiuti dal 5% al 9%, mentre per le monoutility elettriche l’indice cala dal 14% al 11%. I risultati delle attività tipiche di produzione ed erogazione dei servizi delle maggiori utility sono in leggero miglioramento ma in modo differenziato. L’indebitamento cala nel 2023, soprattutto per multiutility (-33%) ed elettriche (-21%).

Previsioni 2024 e 2025

In attesa di conoscere i dati definitivi per il 2024, le prime indicazioni sull’andamento complessivo mostrano un lieve miglioramento di tutti i comparti, salvo quello energetico. Le indicazioni preliminari delle aziende sui risultati dell’anno scorso sono ottimistiche mentre sul 2025 sono più caute. Il 48% delle rispondenti attende “In miglioramento” il fatturato 2024 e il 7% “In forte miglioramento”, mentre solo il 17% prevede un leggero calo e il resto stabilità. Le attese positive riguardano tutti i comparti salvo quello dell’elettricità dove molte utility prevedono un peggioramento. Le aspettative delle aziende per il 2025 sono più caute, sebbene l’inflazione e la situazione internazionale presumibilmente non permetteranno una crescita significativa. Il 54% degli intervistati si aspetta stabilità del quadro economico e finanziario dell’azienda, mentre il 34% un miglioramento e il restante un calo.

Investimenti, ricerca e digitalizzazione

È soprattutto la voce degli investimenti il tratto distintivo delle Top Utility: nel corso del 2023, ammontano a 23,5 miliardi di euro, pari all’1,1% del PIL, in crescita dell’11,5% rispetto all’anno precedente. Le utility elettriche realizzano la maggior parte degli investimenti, circa il 65%, pur in calo rispetto al precedente 69,2%; seguono le multiutility con 23,7%, il sistema idrico integrato con 9,2%, le utility dei rifiuti con 1,6%, e, infine, quelle del gas con 0,6%.

La crescita si registra in tutti i settori analizzati, il settore idrico segna un +10,7 punti percentuali, seguono energia elettrica (+3,6), multiutility (+3,3), gas (+3,1) e rifiuti (+2,3). Ma anche gli investimenti per le monoutility dei rifiuti, sebbene ancora assai inferiori a quelli degli altri comparti, crescono, con un balzo del 69% rispetto all’anno precedente, pari a circa 145 milioni di euro.

Tra le voci principali nell’impiego delle risorse c’è l’evoluzione tecnologica, che richiede alle utility un crescente impegno nella ricerca & sviluppo, il cui ruolo strategico è confermato dalla tendenza verso una progressiva internalizzazione della funzione. Crescono, infatti, le strutture interne dedicate, presenti nel 65% delle aziende, contro il 63% del 2022. Gli investimenti annui in ricerca e innovazione ammontano in media al 3% del fatturato. Inoltre, i progetti innovativi avviati nell’anno crescono del 33%, mentre quelli conclusi nello stesso periodo più che raddoppiano.

Indispensabile è divenuta la digitalizzazione: l’83% delle imprese adotta soluzioni avanzate per l’ottimizzazione dei processi e la gestione dei dati, migliorando il risultato della precedente edizione di quattro punti percentuali, mentre il 44% utilizza tool digitali per le attività di manutenzione (droni, robot, realtà aumentata, AI, etc.) segnando una crescita di due punti percentuali rispetto al 2022.

Servizi ai clienti

Al centro delle attività delle utility ci sono soprattutto i servizi erogati che sono in leggero miglioramento ma in modo differenziato tra i vari settori. Nell’energia elettrica, le performance mostrano un lieve miglioramento, sebbene con andamenti eterogenei. I tempi medi di esecuzione per le prestazioni sulla rete di bassa tensione e per il ripristino della fornitura a seguito di guasto del gruppo di misura rimangono stabili. Al contrario, la percentuale di attivazioni della fornitura conformi agli standard richiesti, diminuisce dal 99% al 92%, pur con un notevole calo del tempo medio di esecuzione, da 1,6 giorni ad uno solo.  

Nella distribuzione del gas, si rileva una marcata riduzione delle interruzioni, sia per durata media per cliente (da 14,8 a 8,9 minuti) sia di frequenza (da 0,6 a 0,5). Parallelamente, rimane stabile il dato della percentuale di rispetto della fascia di puntualità nelle chiamate di pronto intervento.


Le aziende del servizio idrico integrato presentano un dato medio delle perdite idriche lineari, in discesa del 3,9%, passando da 12,9 a 12,4 mc/km/gg, mentre il tasso di superamento dei limiti nei campioni di acqua reflua scaricata si mantiene elevato (9,2%), risultando in media inadeguato rispetto agli standard Arera. La depurazione rimane una delle aree più critiche del sistema idrico in Italia: infatti, si registra una stabilità della percentuale di utenti connessi ai depuratori, senza segnali significativi di miglioramento.

Nei servizi ambientali, infine, si registra un aumento del tasso di raccolta differenziata, che sale dal 70% al 72%, riavvicinandosi ai livelli del 2021, quando era al 73%.

ESG

La sostenibilità abbraccia vari ambiti (ambientale, sociale e di governance) e risulta difficile darne un’interpretazione univoca, rileva lo studio. L’andamento generale del comparto, tuttavia, sembra suggerire un aumento dell’impegno da parte delle aziende, con miglioramenti non uniformi.

La quota di aziende con certificazioni è sostanzialmente stabile, mentre in materia di diversità e inclusione i risultati sono in agrodolce: la presenza femminile nei consigli di amministrazione diminuisce di un punto (dal 41% al 40%), così come la quota di donne dirigenti cala dal 19% al 17%, tuttavia le imprese con casi di discriminazione interni sono drasticamente diminuite, dal 13% al 5%. Sempre più rilevante l’attenzione alla formazione: le ore pro-capite aumentano, passando da 20,1 a 22,7.

La tradizione di impegno delle aziende verso il territorio e le comunità si concretizza anche attraverso iniziative e progetti nelle scuole. Si stima che, complessivamente, tali attività raggiungano ogni anno 500.000 studenti, con investimenti pari a 20,6 milioni di euro e l’impiego di 700 dipendenti aziendali.

In conclusione, il settore dei servizi pubblici nell’insieme ha ottenuto buoni risultati economico-finanziari e una sensibile crescita degli investimenti. Le performance operative migliorano, così come quelle ambientali, e anche per il 2024 le prime indicazioni sull’andamento complessivo mostrano un leggero miglioramento di quasi tutti i comparti.

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