Ne ha dato notizia il WWF. Il governo cinese ha distrutto 6,15 tonnellate di avorio di elefante sequestrate dal commercio illegale con un’azione simbolica sottolineando così come la Cina, che è il più grande consumatore mondiale di avorio proveniente da traffico illegale per la maggior parte proviene da elefanti uccisi in Africa, sostiene l’azione internazionale contro il dilagante bracconaggio degli elefanti e il commercio illegale di avorio.
Secondo Isabella Pratesi, responsabile Conservazione internazionale WWF Italia, “la distruzione dell’avorio sequestrato diventa un’importante dimostrazione pubblica che, insieme con gli altri sforzi governativi fatti per ridurre la domanda, racchiude tutto il potenziale per avere un impatto significativo sul mercato illegale di avorio”.
In una nota il WWF Italia ribadisce la sua richiesta al Governo italiano di fare una scelta simile distruggendo tutto l’avorio, le pelli di rettili e felini, gli oggetti in tartaruga e gli animali imbalsamati confiscati e ora conservati nei magazzini. Sarebbe un forte segnale a livello europeo, sostiene l’associazione, per contrastare il traffico di animali selvatici protetti.
La Cina ha precedentemente indicato che è pronta ad agire duramente contro il commercio illegale di avorio: la distruzione di avorio è avvenuta poche settimane dopo che otto cittadini cinesi sono stati giudicati colpevoli e condannati a 3 a 15 anni di reclusione per il contrabbando di un totale di 3,2 tonnellate di avorio.
“Il WWF crede che distruggere l’avorio confiscato sia un segnale dell’impegno del governo cinese per migliorare l’applicazione della legge contro il commercio illegale di avorio che sosterrà l’azione internazionale contro il bracconaggio di elefanti e del commercio illegale di specie selvatiche. – ha dichiarato Pratesi – Decine di migliaia di elefanti africani vengono uccisi dai bracconieri a causa della forte domanda di avorio. Il gesto della Cina è un impegno solenne da parte del governo di ripulire il mercato di avorio cinese e garantire la sopravvivenza degli elefanti in Africa”.
Anche il Gabon, le Filippine e gli Stati Uniti hanno recentemente distrutto le loro scorte di avorio, mentre la Francia ha dichiarato la sua intenzione di fare altrettanto.
I dati sul traffico di avorio raccolti nel rapporto ETIS 2012 (L’Elephant trade information system, (http://cites.org/eng/cop/16/doc/E-CoP16-53-02-02.pdf), la più importante banca dati al mondo realizzata per registrare i sequestri di avorio che registra più di 18.000 eventi ad oggi, mostrano come il traffico internazionale di avorio abbia raggiunto nel 2011 il tasso più elevato mai registrato prima, con tre dei quattro più importanti sequestri di avorio registrati dal 2009, altro anno critico per i sequestri, 17 importanti sequestri di avorio (più del doppio rispetto al 2009), e con più del doppio di avorio sequestrato negli otto anni precedenti, per un totale di circa 26,4 tonnellate.
Il WWF Italia è direttamente impegnato nel contrasto al commercio illegale di natura, dai traffici di animali da compagnia alle pelli di rettile o lane pregiate, con un particolare sostegno al Cuore verde dell’Africa, il bacino del Congo, dove la deforestazione unita all’aumento della caccia e al commercio illegale sta portando all’estinzione di specie simbolo come i gorilla e gli elefanti di foresta e di molte altri animali meno noti ma fondamentali per la sopravvivenza della foresta e delle sue comunità.
Proprio in Africa centrale negli ultimi dieci anni è stata eliminata il 65% della popolazione di elefanti di foresta a causa del bracconaggio per l’avorio.
“E’ un vero circolo vizioso: in questi paesi i ricchi proventi derivati dall’uccisione e dal commercio illegale di animali e delle loro parti nutrono un mercato diffuso e pericolosissimo di armi. E così i fucili, i kalashnikov, entrano capillarmente nella foresta rinforzando quel massacro di animali grandi e piccoli di cui si nutrono i signori delle armi – ha detto Isabella Pratesi, Direttore Conservazione Internazionale del WWF Italia, in prima linea nella campagna WWF Green Heart of Africa.
Le attività anti-bracconaggio del WWF vanno avanti anche sul web: in questi mesi in tutto il mondo il WWF ha avviato la campagna globale “Kill the trade that kills” per smuovere l’interesse di chi non vuole vedere estinte queste straordinarie specie simbolo, per creare una rete di azioni, di sostegno e di richieste che fermi per sempre questo bracconaggio selvaggio e interrompa lo sterminio di elefanti, rinoceronti e tigri in nome di un commercio illegale e crudele. L’azione prosegue su Twitter con la campagna #killthetrade e #stopbracconaggio #stopavorio.