Non si è fatta attendere la reazione del presidente di Assosolare Giovanni Simoni alle argomentazioni contenute nel pamphlet “Chi ha ucciso le rinnovabili”, in cui il Presidente di Assoelettrica Chicco Testa muove un pesante attacco al fotovoltaico, accusato di ostacolare lo sviluppo delle fonti rinnovabili a causa degli incentivi assegnati negli ultimi anni al solare.
“L’accanimento – si legge in una nota – è certamente inteso ad evitare che il settore fotovoltaico possa continuare a svilupparsi (e questo possiamo dire contro ogni logica-Paese), ma anche che “esca”, per quanto possibile, dal mercato elettrico per riaprire spazio alle produzioni termoelettriche oggi in crisi di “abbondanza capacitiva” (anche qui contro ogni logica ambientale orami consolidata a tutti i livelli).”
Mentre, sostiene Simoni, il parco fotovoltaico installato già produce effetti positivi, riducendo il prezzo nel mercato elettrico nella fascia “pregiata” F1, diminuendo le ore di funzionamento media del settore termoelettrico e conquistando spazi sempre crescenti di un mercato (quello elettrico) che per molti anni ancora non potrà vedere significativi aumenti.
“Gli incentivi dati in Italia- prosegue il presidente di Assosolare – almeno con 5 anni di ritardo rispetto a quanto fatto in Germania, non sono stati altro che l’adeguamento alla politica di risanamento ambientale dell’Unione Europea. Quelli dati al fotovoltaico, ed ormai terminati, non sono, per il momento neppure paragonabili a quelli di cui hanno usufruito le fonti fossili negli ultimi anni.”
Simoni prosegue dando i numeri dei sussidi alle fonti fossili e citando le stime internazionali dell’AIE – l’anno scorso, circa un trilione di dollari contro gli 80/90 miliardi delle rinnovabili – poi analizza tutti i punti contestati da Testa, partendo dai benefici avuti grazie ai sussidi alle fonti rinnovabili: riduzione della dipendenza energetica dall’estero (“nel solo 2012 abbiamo evitato di importare 2 miliardi di euro di gas”), del prezzo orario di picco dell’energia, con importanti ricadute sui clienti industriali (“l’osservatorio IREX, Bocconi, ha valutato in circa 1,5 miliardi di euro l’effetto del peakshaving del 2012!”), delle emissioni da gas fossile.
Si arriva poi ai punti critici. “… comportamenti collusivi dei produttori fossili, hanno stabilmente “creato” un nuovo picco di prezzo nelle ore pre-serali e serali (ovvero quando l’effetto fotovoltaico sulla formazione del prezzo svanisce).” E ancora: gli impianti da fonte fossili stanno soffrendo terribilmente a causa della congiuntura economica che ha portato il margine sulla generazione elettrica (spark-spread) ad essere negativo con prezzi take-or-pay per l’approvvigionamento del gas concordati in periodo pre-crisi ed ipotesi di domanda elettricità (e quindi di prezzi) in continua salita.
“Purtroppo – prosegue Assosolare – la mancanza di domanda industriale ed il contemporaneo avvento del fotovoltaico che nelle ore di punta ha portato di fatto a saturare parzialmente la domanda, con conseguente riduzione del prezzo, ha portato come conseguenza ad un utilizzo limitato degli impianti fossili che attualmente lavorano a pieno regime solo nelle ore del “nuovo” picco serale (ovvero quello creato ad hoc per ristornare parte dei margini persi durante le ore diurne ove la maggior parte degli impianti sono spenti per evitare di lavorare a margini negativi).”
Smentendo poi che il settore possa di fatto essere “occupato” dalla malavita organizzata, vedi i rigorosi controlli da parte del GSE, concludendo l’intervento Assosolare mette in evidenza alcuni punti sui quali ritiene di trovarsi in sintonia con Assoelettrica: bisogna continuare a lavorare sull’efficienza energetica, purtroppo ancora agli albori e sullo stoccaggio dell’energia per arginare la volatilità dell’immissione in rete.
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