La Regione Sardegna presenterà un’istanza di dichiarazione dello stato di emergenza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per fronteggiare i danni, stimati per oltre 52 milioni di euro, conseguenti agli eventi meteorologici accaduti tra il 30 settembre e il 10 ottobre di quest’anno nelle province di Olbia-Tempio, Nuoro e Ogliastra, dei quali erano già state anticipate al Dipartimento nazionale della Protezione civile le prime rilevazioni e quantificazioni. Lo ha deciso ieri la Giunta su proposta dell’Assessore della Difesa dell’Ambiente con delega alla Protezione civile Donatella Spano.
“Stiamo intervenendo affinchè con la dichiarazione dello stato di emergenza si provveda allo stanziamento delle risorse per l’attuazione dei primi interventi urgenti stimate in 6 milioni e 500mila euro. Inoltre, per il ripristino dei danni al patrimonio pubblico, compresi interventi strutturali di riduzione del rischio residuo, sono necessari oltre 45 milioni”, ha affermato l’esponente dell’Esecutivo, esprimendo la volontà di aumentare l’efficienza della risposta all’emergenza: “Vogliamo migliorare il Sistema di Protezione civile regionale, a partire dalla rete idrotermopluviometrica e dal radar meteorologico”.
I DANNI. La richiesta dello stato di emergenza prevede poteri straordinari in deroga alla vigente normativa per agire tempestivamente. Le intense precipitazioni del 30 settembre, dell’1 e 2 ottobre e dei successivi 9 e 10 ottobre (di minore entità ma su un territorio già compromesso) hanno infatti determinato una serie di allagamenti e smottamenti a carico della viabilità, degli edifici e delle infrastrutture soprattutto nelle zone costiere della Gallura nord orientale, della Baronia e dell’Ogliastra e causato ingenti danni al patrimonio pubblico di 20 Comuni e di altri soggetti pubblici. Quasi 500 mila euro la stima per soccorso e assistenza alla popolazione (servizi alla persona e alla comunità e servizi straordinari di conferimento rifiuti). Superano invece i 2 milioni e 300mila euro gli interventi stimati per la viabilità. Circa la stessa somma per i canali tombati e la rete di smaltimento acque meteoriche in centro abitato, a cui vanno aggiunti 740 mila euro per interventi nei corsi d’acqua naturali. Quasi 240 mila euro è l’importo per infrastrutture e impianti del sistema idrico integrato. La cifra necessaria per infrastrutture urbane ed edifici pubblici oltrepassa i 200 mila euro ed è di quasi 280 mila euro quella per gli interventi di rimozione e smaltimento materiali e detriti. Infine, per la sistemazione idraulica e le canalizzazioni artificiali servono altri 100 mila euro.
IL SISTEMA. L’Esecutivo plaude al buon funzionamento generale del Sistema di Protezione civile regionale che non ha ancora un anno di vita ma chiede una efficienza maggiore per gli aspetti legati alla rete idrotermopluviometrica e al radar meteorologico, essenziali per la sicurezza, per l’allestimento della sala operativa, per la reingegnerizzazione dei processi e la realizzazione della piattaforma informatica unitaria.