Uno studio americano, condotto su circa novemila persone, ha dimostrato, ancora una volta, i rischi derivanti dai fast food. Gli ftalati – spiega Federconsumatori in un comunicato – usati nell’industria delle materie plastiche come agenti plastificanti, per impartire caratteristiche di flessibilità ed elasticità, aumentano, secondo i risultati della ricerca, del 40% nelle urine delle persone che mangiano più frequentemente nei ristoranti fast food, rispetto a chi consuma meno “junk food” o non ne consuma affatto.
“I risultati della ricerca sono sconcertanti e destano grande preoccupazione perché gli ftalati sono stati notoriamente collegati a problemi, anche gravi, per la salute di bambini e adulti, come l’alterazione delle funzioni ormonali e lo sviluppo del cancro.”
Si tratta di sostanze che servono a rendere più flessibili le plastiche e possono entrare in contatto con l’organismo di chiunque mangi o beva alimenti che siano stati confezionati con questi contenitori di plastica.
Alcune fonti di esposizione possono essere rintracciate nei processi di lavorazione della carne e nell’imballaggio delle diverse fasi di produzione.
Secondo l’associazione urge chiarezza e una regolamentazione più rigida sull’utilizzo di queste sostanze tanto delicate quanto dannose per i consumatori.