In Romagna è urgente il ripristino delle funzionalità della rete scolante e delle apparecchiature elettromeccaniche. “Non intervenire velocemente significa aumentare il rischio idraulico per quel territorio, anche solo per le piogge, che potrebbero cadere sul reticolo di bonifica, travolto dalle rotte fluviali” segnala il Presidente ANBI, Francesco Vincenzi.
“Questi interventi, il cui costo è stimato in centinaia di milioni di euro, non possono essere finanziati con risorse proprie dei Consorzi di bonifica, i cui introiti sono commisurati solo sull’ordinaria manutenzione – precisa il Direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano.
“Occorrono stanziamenti urgenti di risorse e serve un intervento normativo di accelerazione degli iter procedurali per l’affidamento dei lavori. In questo riproponiamo la necessità della nomina di un Commissario ad hoc” chiosa Vincenzi.
Nei 25.000 ettari gestiti dal Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale i canali, che richiedono intervento, hanno uno sviluppo lineare di 450 chilometri; danneggiati anche 9 impianti idrovori, 4 centrali di pompaggio irrigue ed un importantissimo impianto di regimazione idraulica. Altri impianti sono tuttora fuori servizio per i danni subiti dalle cabine di trasformazione, dai quadri e motori elettrici; altri ancora sono solo parzialmente funzionanti per danni alle tubazioni di scarico ed agli sgrigliatori.
La fuoriuscita tumultuosa d’acqua limacciosa dai fiumi ha provocato diffusi danni alla rete di bonifica, quali rotte arginali, fontanazzi, erosioni, interrimenti. In alcuni casi, al fine di accelerare il deflusso dalle aree allagate, si è provveduto ad effettuare aperture controllate negli argini dei canali per favorire l’immissione dell’acqua in alveo e l’allontanamento dal territorio. Gli interventi più urgenti sono ora il risezionamento e l’espurgo dei corsi d’acqua, il contenimento di frane e la ricostruzione di rotte arginali su circa 100 chilometri di canali.
Conclude il Presidente del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, Antonio Vincenzi: “Finora siamo intervenuti con opere d’urgenza, atte a prevenire il rischio di ulteriori rotture ed esondazioni anche con eventi atmosferici di modesta entità. Adesso bisogna realizzare le opere definitive nel più breve tempo possibile per scongiurare situazioni di immanente rischio idraulico e per poter soddisfare le richieste di approvvigionamento irriguo, che già stanno pervenendo da numerose aziende agricole.”
Ad essere danneggiati dai vasti allagamenti nel comprensorio del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale sono stati 9 impianti idrovori (Sabbadina nel comune di Conselice; Brignani e Fossa Raulla nel comune di Lugo; Tratturo, Secchezzo, Ballirana, Taglio Corelli, Dane, Molinazza nel comune di Alfonsine), 4 centrali di pompaggio irrigue (Selice nel comune di Argenta; Tarabina nel comune di Conselice; Santerno-Senio 1 nel comune di Lugo; Santerno-Senio 3 nel comune di Castel Bolognese), 2 gruppi di pompaggio irrigui (Cer – Canale dei Mulini e Fossatone di San Bernardino nel comune di Lugo), un importantissimo impianto di regimazione idraulica (Ponte Chiavica nel comune di Ravenna).