Nel corso del 2021 e in particolare negli ultimi mesi la ripresa economica internazionale ha portato con sé un aumento generalizzato dei prezzi di tutte le materie prime e delle fonti energetiche. In molti settori si stanno registrando preoccupanti aumenti dei prezzi. Tra questi spiccano i carburanti, con il metano che ha superato quota 2 euro al chilogrammo in un numero considerevole di punti vendita e il GPL che ha toccato 0,79 Euro al litro.
Cosa sta succedendo e cosa si può fare? Le reazioni delle associazioni di categoria.
Federconsumatori: andamento allarmante
Gli aumenti sono dovuti all’aumento delle quotazioni del gas (per quanto riguarda il metano) e dei prezzi di contratto per ottobre (per il GPL): il risultato è una vera e propria stangata per i consumatori, che ammonterà a circa +132 Euro annui.
Aumenti che si aggiungono a quelli esorbitanti già previsti nella bolletta della luce ed in quella del gas e che fanno temere il peggio per l’inverno in arrivo. Si prospetta, infatti, un ulteriore rincaro dei costi per il riscaldamento, che potrebbe raggiungere i picchi del 2012.
Secondo le stime dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori il costo del gasolio riscaldamento subirà un’impennata del +19%, facendo registrare una spesa media annua, per una famiglia media in appartamento di 100 metri quadrati, di oltre 1.400 Euro.
“È evidente l’urgenza di correre ai ripari e adottare politiche di sistema tese a contenere gli aumenti: a maggior ragione alla luce delle dichiarazioni del Ministro Cingolani che si augura un calo dei prezzi del gas dopo il primo trimestre 2022.
Stiamo affrontando una nuova fase nel mercato dell’energia, a cui bisogna rispondere tutelando le famiglie più vulnerabili e arginando il fenomeno della povertà energetica, senza, però, commettere l’errore e la contraddizione di frenare il necessario sviluppo delle rinnovabili.
Ecco perché, come rivendichiamo da tempo, siamo convinti sia necessario il massimo sforzo per coordinare a livello europeo l’acquisto delle materie prime: proprio in tal senso arriva da Spagna e Francia la proposta di una piattaforma UE per i contratti di gas naturale, in modo da far fronte comune contro la congiuntura dei prezzi dell’energia.
Inoltre, a livello nazionale, è indispensabile mettere in campo misure più determinate in direzione della riforma di oneri di sistema e accise, eliminando l’applicazione dell’IVA su altre tasse e spostando alcune componenti sulla fiscalità generale (a partire proprio dagli incentivi per le fonti rinnovabili). Riteniamo improrogabile in questa fase, inoltre, che il Governo si impegni a promuovere un accordo di sistema tra autotrasportatori e reti di vendita dei carburanti, per evitare ulteriori rincari. È fondamentale monitorare e arginare i fenomeni speculativi.”
Federmetano: il comparto rappresenta un’eccellenza italiana e un’importante opportunità di decarbonizzazione per il Paese
“L’aumento repentino dei prezzi di mercato del gas – spiega Federmetano, la Federazione Nazionale Distributori e Trasportatori di Metano – ha spinto il suo valore verso cifre che nessuno avrebbe mai immaginato, costituendo una vera anomalia se consideriamo che dal 2005 a oggi il prezzo medio annuale del gas si è sempre attestato intorno ai 24,50 cents/smc. Questo certamente lascia ben sperare che, superate le attuali tensioni di mercato, i prezzi si riassestino sui valori normali.”
“Tuttavia è innegabile che la situazione attuale costituisca per Federmetano una forte preoccupazione, poiché le conseguenze di tale andamento del mercato si abbattono sugli operatori del settore, imprenditori e lavoratori che rappresentano una eccellenza nazionale, e su una utenza che dimostra di avere una grande fiducia nel gas naturale per auto. Non a caso il consumo di CNG del 1° semestre 2021 è pari a +13% rispetto al semestre 2020 (elaborazione Federmetano su dati forniti da SFBM). Un dato che, sommato al progressivo aumento del circolante a metano negli ultimi 5 anni – passato da 1,071 milioni di veicoli nel 2019 a 1,088 milioni nel 2020 – delinea un settore vitale che tanto ha da dare al Paese e ai cittadini.”
In merito al Decreto Legge “Salva-bollette”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre scorso, l’associazione ha aperto un dialogo con il Ministero dell’Economia e delle Finanze affinché l’IVA agevolata al 5%, prevista dal Decreto in oggetto, possa essere applicata anche all’uso autotrazione con la possibilità di traslare questo beneficio all’utenza finale.
Poiché sono necessari 60 giorni prima che il decreto sia convertito in legge, Federmetano sta proseguendo la sua battaglia in merito e sta vagliando ulteriori soluzioni.
Nel suddetto Decreto è, inoltre, previsto un intervento di ARERA volto a ridurre le aliquote relative agli oneri generali gas per il prossimo trimestre, fino a concorrenza dell’importo di 480 milioni di euro. A tal proposito Federmetano ha lavorato per sensibilizzare il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero della Transizione Ecologica per intervenire in modo da arginare questi pesanti aumenti: tra le possibili misure poste all’attenzione delle Istituzioni anche quella relativa alla riduzione degli oneri di sistema. Federmetano ha inoltre chiesto al Comitato Gestione Fondo Bombole Metano di mettere all’ordine del giorno uno slittamento/riduzione degli oneri del contributo previsto, al fine di consentire ulteriori sgravi per l’utenza.
Assogasmetano: gravi ripercussioni sul milione di utenti di questo carburante e sulle aziende del settore
“A partire dalla primavera – sottolinea Flavio Merigo, Presidente di Assogasmetano – le quotazioni del metano hanno iniziato a crescere in modo esponenziale, raggiungendo livelli mai visti in precedenza. Purtroppo, ad oggi, questa dinamica non presenta segni di attenuazione e l’emergenza si riversa sulle aziende operanti nel settore della distribuzione di metano che si vedono, purtroppo, costrette ad applicare consistenti aumenti ai prezzi di vendita al pubblico. Detti aumenti spesso non sono sufficienti a coprire l’incremento di costo della materia prima poiché i rialzi sono quotidiani. In alcuni casi le aziende che possono contare su contratti firmati precedentemente al verificarsi di questa situazione di crisi, possono applicare prezzi più contenuti e congruenti con il costo di acquisto.
Per questi motivi e non perché siano in atto delle speculazioni l’utente può trovare, nei punti vendita, dei prezzi alla pompa anche molto diversi tra loro sia per CNG che LNG”.
“Assogasmetano è fortemente impegnata nella ricerca di soluzioni immediate per il contenimento degli effetti negativi di questa crisi – prosegue Merigo – e nel contempo si è fatta parte attiva, insieme alle altre Associazioni che operano nella distribuzione del metano per autotrazione, per identificare, con le Istituzioni, le misure più opportune da applicare con prontezza. A tal fine già il 20 settembre scorso, abbiamo inviato una nota congiunta al Presidente del Consiglio ed ai Ministri interessati, chiedendo l’adozione di provvedimenti urgenti per arginare l’incremento del prezzo. Inoltre, a brevissimo, sarà invita una richiesta urgente di incontro con le Direzioni Ministeriali competenti in materia. Nel mentre, abbiamo richiesto al comitato di gestione del Fondo bombole metano di intervenire affinché possa essere ridotta o temporaneamente annullata la quota di contributo applicata su ogni Kg di metano venduto. Infine abbiamo richiesto al MEF di poter applicare quanto già deliberato con il Decreto Legge “Salva-bollette”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 settembre scorso, affinché l’IVA agevolata al 5%, possa essere applicata anche al metano usato in autotrazione, onde poter consentire all’utente finale di usufruire del conseguente risparmio. Ovviamente tali azioni straordinarie dovrebbero essere mantenute fino a quando non si verifichi, nei mercati, un’inversione di tendenza dell’aumento dei prezzi e che il costo della materia prima si avvicini ai valori di pre-crisi. Secondo varie stime e analisi di mercato di questi giorni, si può ragionevolmente sperare che questo avvenga nel giro di alcuni mesi”.