Giornata mondiale delle api, impollinatori minacciati. In Italia miele in calo

GIORNATA API: COLDIRETTI, + 18% IMPORT MIELE, 1 VASO SU 2 E’ STRANIERO LA META’ ARRIVA DA UNGHERIA E CINA

Si celebra il 20 maggio la Giornata mondiale delle api, il #worldbeeday. Ma come purtroppo è oramai acclarato, nonostante il ruolo fondamentale in agricoltura, gli impollinatori stanno diminuendo, mettendo a rischio anche le colture alimentari.

Secondo la Fao probabilmente perderemo alcune specie per sempre. Una crisi alla base delle quali si trovano fattori sempre collegati alle attività umane, dai cambiamenti climatici alla perdita di habitat fino all’uso di pesticidi.

Una situazione che si fa sentire anche in Italia, dove le importazioni di miele dall’estero sono state pari a 27,8 milioni di chili in aumento del 18% rispetto all’anno precedente, con quasi la metà che arriva da Ungheria (11,3 milioni di chili) e Cina (2,5 milioni di chili) che ha avuto in passato gravi problemi di sicurezza alimentare (fonte Coldiretti su dati Istat).

Sugli scaffali dei negozi e supermercati – sottolinea la Coldiretti – piu’ di un vaso su due contiene in realtà miele dall’estero. Lo scorso anno la produzione nazionale finale è stata infatti di 22 milioni di chili grazie soprattutto al Centro e al Nord Italia dove gli apicoltori hanno potuto tirare un sospiro di sollievo dopo molte annate negative mentre al Sud l’andamento climatico ha pregiudicato i raccolti per tutto l’anno a partire dal miele di agrumi le cui rese sono state molto scarse, soprattutto in Sicilia.

Quest’anno pero’ – continua la Coldiretti – da Nord a Sud del Paese la produzione di miele fa segnare cali dal 70% al 90% a causa dell’andamento climatico siccitoso del mese di marzo seguito da un mese di aprile e maggio dal meteo particolarmente capriccioso caratterizzato da vento, pioggia e sbalzi termici che non ha consentito alle api neanche di trovare nettare sufficiente da portare nell’alveare. La pazza primavera  ha creato gravi problemi agli alveari con il maltempo che ha compromesso molte fioriture e le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare. Il poco miele che sono riuscite a produrre se lo mangiano per sopravvivere.

“Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica” consiglia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina) è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta – conclude la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.

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