In occasione della convocazione dell’Italia e di altri Paesi UE, da parte della Commissione europea, al tavolo sulla qualità dell’aria previsto domani a Bruxelles Francesco Franchi, Presidente di Assogasliquidi-Federchimica – l’Associazione di Confindustria che rappresenta le imprese italiane del comparto distribuzione gas liquefatti (GPL e GNL) per uso combustione e autotrazione – ha scritto al Ministero dell’Ambiente.
Nella lettera l’associazione sottopone all’attenzione del Ministero “il grande contributo che possono offrire GPL e gas naturale, quali fonti energetiche virtuose visto che la loro combustione è caratterizzata dalla quasi totale assenza di emissioni di polveri sottili e di altre sostanze dannose per la qualità dell’aria e la salute umana.”
Per il settore del riscaldamento domestico, Assogasliquidi sottolinea la necessità di ridurre le emissioni di polveri sottili e altri inquinamenti provenienti dalle caldaie e stufe alimentate a biomassa legnosa, puntando invece ad un maggior impiego di quelle a gas.
Questo, in linea con i dati tecnici diffusi da istituti pubblici che hanno dimostrato il forte contributo che gli impianti a biomassa producono all’inquinamento dell’aria.
Da ultimo, lo Studio Innovhub-Stazioni Sperimentali per l’Industria (Camera di Commercio di Milano) che ha messo a confronto le emissioni di tutti i combustibili impiegati per il riscaldamento domestico – gpl, gas naturale, gasolio, pellet e legna – evidenziando le elevate emissioni di Particolato (PM) e di Benzoapirene, particolarmente dannosi per la salute umana, fatte registrare dagli apparecchi a pellet e legna. Lo Studio ha anche analizzato gli effetti dell’invecchiamento sugli apparecchi a pellet, dopo un anno e due anni di funzionamento, mostrando come anche le stufe di categoria elevata, senza un intervento di manutenzione, peggiorino le loro prestazioni e producano elevate emissioni di Monossido di Carbonio e di Benzoapirene.
Basti pensare, dimostrano i tecnici di Innovhub, che 100 gr di PM una stufa a pellet li produce funzionando 32 ore, una a gas dopo 46.000 ore, e un’autovettura euro 5 dopo 20.000 km percorsi.
Pertanto, scrive Franchi, si ritiene necessario che il Ministero riveda le politiche incentivanti poste a vantaggio degli impianti di riscaldamento alimentati a biomassa e introduca la necessità di interventi di manutenzione, perlomeno annuale. Le agevolazioni fiscali, recentemente confermate dalla Legge di Bilancio 2018, devono quindi esser riservate solo a quelli di classe emissiva pari a 5.
Allo stesso tempo, Assogasliquidi auspica una revisione del cosiddetto Conto termico, al fine di applicarlo solo per la sostituzione degli impianti più vecchi con quelli di classe emissiva almeno pari a 4.
Anche sul fronte della mobilità il gas può rappresentare un valido aiuto. Franchi ricorda come GPL e GNL siano già stati individuati dalla Direttiva europea DAFI come carburanti alternativi sui quali puntare per una mobilità sostenibile. Essi rappresentano le soluzioni già pronte e disponibili per gli spostamenti privati, per il trasporto pesante su strada e per la navigazione marittima.
La richiesta dell’Associazione è quindi che i due carburanti siano sempre più tenuti in considerazione nelle scelte che Governo e amministrazioni locali sono chiamati a prendere per ridurre le emissioni inquinanti nel settore della mobilità, al fine di rispettare gli impegni presi dall’Italia a livello comunitario in materia di qualità dell’aria.