In vista della conferenza mondiale sul clima che si terrà a Parigi il prossimo dicembre, la Cina si sarebbe impegnata a ridurre in modo sensibile le emissioni di CO2 tra il 60-65% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005 e ad aumentare del 20% la quota di energia a bassa intensità di carbonio. La notizia dell’annuncio, riportata dal Climate Action Network, è stata così commentata da Luca Iacoboni, responsabile della campagna Clima e Energia di Greenpeace: «Finora la Cina ha sempre giocato in difesa la partita sul cambiamento climatico, perciò oggi è stato fatto un primo passo importante verso un ruolo più attivo. Affinché la Conferenza di Parigi sia un successo, occorre però che tutti gli attori principali si pongano obiettivi più ambiziosi».
L’annuncio cinese, fatto dal premier Li Keqiang durante una visita ufficiale in Francia, arriva dopo gli impegni già presi da Unione Europea e Stati Uniti. Tutti i più grandi inquinatori hanno dunque messo sul tavolo delle trattative i rispettivi obiettivi in vista della Conferenza sul Clima di Parigi.
«L’impegno di oggi è solo un punto di partenza. L’obiettivo annunciato non riflette pienamente l’importante transizione energetica già avviata in Cina. Se prendiamo in considerazione fattori come il calo dei consumi di carbone, la robusta crescita delle rinnovabili e il drammatico bisogno di sconfiggere l’inquinamento atmosferico, siamo convinti che la Cina possa andare ben oltre quanto proposto oggi», conclude Iacoboni.