Con una raccomandazione non vincolante per la Commissione europea, il Parlamento europeo ha proposto la creazione di un tribunale di investimento globale permanente che si pronunci sulle controversie commerciali tra investitori e Stati, nell’ambito dell’accordo di libero commercio tra Unione Europea e Stati Uniti (TTIP, Transatlantic Trade and Investment Partnership).
Greenpeace sottolinea però che le modifiche apportate al meccanismo conosciuto come ISDS (Investor-State Dispute Settlement) mancano di dettaglio e che dunque è improbabile ottengano il sostegno degli Stati Uniti. In ogni caso, il meccanismo approvato dal Parlamento europeo potrebbe lasciare alle aziende la possibilità di ricorrere contro tutele ambientali, sanitarie e sociali davanti a giudici privati.
La raccomandazione del Parlamento, continua Greenpeace, sembra quindi dettata dalle stesse esigenze che hanno guidato negli ultimi mesi la Commissione: far confusione sui torbidi contenuti del TTIP – in risposta alla crescente opposizione pubblica – in particolare per quanto riguarda gli ISDS.
Parrebbe quindi che le riforme proposte dal Parlamento permetterebbero alle aziende di citare in giudizio i governi, se ritengono che le norme ambientali, sanitarie o sociali siano di ostacolo ai propri investimenti. La raccomandazione del Parlamento Europeo non specifica quali giudici dovrebbero pronunciarsi su questi reclami, né come verrebbe garantita la trasparenza e il rispetto del principio del conflitto di interessi.
«Il Parlamento ha intorbidito la sua posizione sull’ISDS e sta armeggiando con un sistema che mette gli interessi delle multinazionali davanti a quelli dei cittadini e dell’ambiente», afferma Jürgen Knirsch di Greenpeace. «Il risultato è la creazione di un spauracchio che mina la democrazia, ma che non fermerà le proteste contro il TTIP. Niente può giustificare la creazione di un sistema legale privilegiato e distinto, utile solo a difendere interessi commerciali di privati. Gli investitori stranieri dovrebbero godere dello stesso trattamento di qualsiasi persona o società che cerca di tutelare i propri diritti e interessi dinanzi ad un giudice nazionale o comunitario».
Oltre 2,3 milioni di persone in tutta Europa hanno firmato una petizione contro il TTIP. In Italia, al momento, oltre 85 mila persone hanno firmato l’appello di Greenpeace rivolto ai Parlamentari europei per chiedere di bloccare il negoziato.
L’inclusione del sistema ISDS negli accordi commerciali tra UE, Stati Uniti e Canada, prosegue Greenpeace, darebbe a corti arbitrali non controllate da soggetti pubblici la giurisdizione su circa il 65-80 per cento degli investimenti globali, rispetto ad una percentuale attuale del 15-20 per cento.
I negoziati UE-Stati Uniti sull’ISDS sono stati sospesi dal 2014. I negoziatori europei e statunitensi si incontreranno per il decimo round di colloqui sul TTIP a Bruxelles la prossima settimana.
Greenpeace chiede alla Commissione di fermare definitivamente i negoziati relativi all’istituzione di una qualsiasi forma di ISDS. Secondo l’organizzazione ambientalista, anche senza ISDS, il TTIP resterebbe comunque una grave minaccia per la protezione ambientale su entrambe le due sponde dell’Atlantico.