Nel corso del 2014 per i Programmi di sviluppo rurale (Psr) sono stati erogati contributi superiori a 2,6 miliardi di euro, di cui circa 1,34 miliardi messi a disposizione dall’Unione europea. Lo ha reso noto il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
In cima alla classifica della spesa si confermano le Regioni del Centro Nord, in particolare la Provincia autonoma di Bolzano (con il 94,6% della spesa realizzata), seguita dalla Lombardia (con il 90,7%), mentre le rimanenti Regioni del Centro Nord raggiungono una percentuale di spesa compresa tra il 75 e l’86%. Per le Regioni del Sud (gruppo Obiettivo Convergenza) la percentuale di spesa rimane inferiore alla media nazionale ma solo una Regione non ha raggiunto gli obiettivi minimi.
“Si tratta di un passaggio importante – ha affermato il Ministro Maurizio Martina – frutto del lavoro sinergico portato avanti da Ministero, Agea, Regioni e Organismi pagatori, che conferma le possibilità del mondo agricolo di utilizzare sempre meglio le risorse finanziarie messe a disposizione dall’Unione europea in un settore strategico per l’economia del Paese, dimostrando dinamicità e propensione a investire per incrementare la competitività delle imprese agricole italiane e delle aree rurali in generale. Il lavoro svolto nelle ultime settimane con Agea e le Regioni sui fondi comunitari di sviluppo rurale è stato intenso e ha portato a risultati soddisfacenti. È stato recuperato gran parte del ritardo accumulato nel corso dell’anno sulla spesa e ciò ha permesso di chiudere il 2014 riducendo al minimo il rischio di penalizzazioni finanziarie da parte della Commissione europea”.
Malgrado gli sforzi messi in campo, nel caso della Basilicata non è stata raggiunta la spesa necessaria, inferiore di circa 18,3 milioni di euro alla quota minima stabilita dai regolamenti comunitari. Per Abruzzo, Marche e Sardegna, invece, è stato possibile raggiungere il livello di spesa necessario ad evitare penalizzazioni da parte dell’Unione europea.
“Queste problematiche – ha aggiunto Martina – se da un lato impongono interventi mirati e tempestivi a livello organizzativo sulle strutture regionali incaricate della spesa dei programmi comunitari, dall’altro ci devono far riflettere sull’utilità di mantenere una modello programmatorio che impedisca qualsiasi forma di compensazione della spesa tra Regioni e che di fatto esponga il Paese al rischio concreto di penalizzazioni finanziarie da parte dell’Unione europea”.
“Il dato di quest’anno – ha concluso il Ministro Martina – è particolarmente significativo, perché ottenuto a carico di misure che hanno teso a privilegiare interventi molto importanti, volti al sostegno della competitività delle imprese agricole, di pratiche agricole ecocompatibili e di investimenti in settori strategici, come quelli finalizzati alla diffusione della connettività a banda larga nelle aree rurali. Da queste esperienze si dovrà ripartire per chiudere al più presto il negoziato in corso con la Commissione europea, in modo che i nuovi Programmi di sviluppo rurale 2014–2020 possano vedere la luce al più presto e consentire alle imprese agricole italiane di beneficiare dei relativi interventi già a partire da questa campagna”.