Le fonti rinnovabili di energia produrranno nel 2020 il 26% dell’energia elettrica mondiale, con un aumento del 4% rispetto al 22% del 2013 e pari ai consumi elettrici attuali di Cina, India e Brasile. È quanto si legge nel rapporto annuale dell’Aie sulle prospettive a medio termine del mercato delle rinnovabili (Medium Term Renewable Energy Market Report 2015), presentato il 2 ottobre in occasione del G20 in Turchia.
Secondo Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia, “le rinnovabili sono destinate a rappresentare la piu’ grande risorsa per soddisfare il fabbisogno di elettricita’ nei prossimi 5 anni”, grazie al calo dei costi e alla forte espansione delle economie emergenti, che saranno i principali fattori di sviluppo, rendendo le Fer la prima fonte per nuova potenza aggiunta.
In cinque anni l’Agenzia prevede che siano installati 700 nuovi GW, pari a tutta la potenza elettrica installata in Giappone e a due terzi di tutta la nuova potenza installata (al netto delle dismissioni).
I due terzi della nuova potenza installata da rinnovabili riguarderanno le economie emergenti e i Paesi in via di sviluppo, con la Cina a rappresentare una quota di ben il 40%.
Il rapporto sottolinea l’importanza della riduzione dei prezzi dei contratti a lungo termine siglati in Brasile, India, Medio Oriente, Sud Africa e Stati Uniti. Questo può rappresentare un vantaggio in particolare per l’Africa subsahariana che ha ottime risorse idroelettriche, eoliche e solari. “Qui – ha detto Birol – le rinnovabili possono arrivare a soddisfare due terzi della nuova domanda nei prossimi cinque anni”, oltre a facilitare l’accesso stesso all’energia.
Per l’Aie non bisogna però abbassare la guardia: i governi devono ridurre le incertezze sulle politiche in materia che frenano lo sviluppo.
Il finanziamento rimane la chiave per fare fronte agli investimenti sostenuti. Ostacoli normativi, vincoli di rete, e le condizioni macroeconomiche pongono sfide in molte economie emergenti. E nei paesi industrializzati, il rapido sviluppo delle energie rinnovabili richiede il ridimensionamento delle centrali elettriche a combustibili fossili.