Secondo il Sunday Telegraph i grandi azionisti della Volkswagen sono determinati a citare in giudizio per 40 miliardi di euro la società per il crollo del titolo causato dal dieselgate. La società specializzata in class action Hagens Berman si sarebbe rivolta allo studio legale Quinn Emanuel, noto per aver già fatto ottenere ai prorpi clienti risarcimenti per 50 miliardi di euro.
Potrebbere essere coinvolti anche i fondi sovrani: quello del Qatar ha il 17% del gruppo, quello della Norvegia il 2%. Seguono Suzuki, Axa e Blackrock.
Intanto anche il sindacato tedesco dei metalmeccanici, l’Ig Metall, si fa sentire: a pagare non devono essere i lavoratori.
Stando agli annunci di un portavoce del comitato aziendale della casa, sarebbero a rischio 6.000 posti di lavoro a tempo determinato.
Per cercare di riconquistare fiducia, Volkswagen ha nel frattempo acquistato pagine pubblicitarie sui giornali italiani per chiedere scusa ai clienti.
Scuse mal accolte da Altroconsumo, che, nell’annunciare che le preadesioni alla class action sono già 10mila nel nostro Paese, commenta: “Il tono del messaggio è paternalistico, invece urge ricordare i fatti, chiamandoli per ciò che sono: non c’è stato alcun errore da parte di VW, ma dolo e determinazione a falsare i risultati delle prove.”
L’associazione ricorda anche l’appuntamento in Tribunale, a Venezia, il 4 novembre prossimo per l’altra vicenda, quella delle “emissioni e dei consumi della Golf 1.6 TDI del 50% superiori a quanto dichiarato a libretto, al mercato e ai clienti.”
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